Alcaraz: "Sinner? Non ho vantaggio mentale su di lui"
Alcaraz: "Sinner? Non ho vantaggio mentale su di lui"

Un tuffo nel mare di Ibiza, un altro nella gloria del Roland Garros. Carlos Alcaraz ha provato a staccare la spina per qualche giorno, ma l’eco della sua epica rimonta contro Jannik Sinner nella finale di Parigi continua a rincorrerlo. Sul campo centrale del Queen’s Club di Londra, dove questa settimana comincia la sua stagione sull’erba, lo spagnolo porta ancora negli occhi le immagini di quel trionfo, rivissute più volte sul telefono durante le vacanze.
“Li guardo e li riguardo, ho parlato coi miei amici di quello che è successo, ma è ancora difficile per me credere di aver vinto quella partita: mi sembra impossibile”, racconta nel nuovo Media Center del club londinese, teatro del torneo che apre la sua corsa verso Wimbledon. Alcaraz ci arriva da campione in carica dell’All England Club, e adesso anche da re di Parigi. Il bersaglio, inevitabilmente, è ancora Jannik Sinner, numero uno del mondo e grande rivale in una corsa che si annuncia sempre più appassionante.
La loro rivalità ha appena toccato una delle sue vette più alte nella finale francese, ma lo spagnolo non crede di aver minato le certezze mentali dell’altoatesino. “No, non penso di avere un vantaggio mentale su di lui ora”, spiega con la solita disarmante naturalezza. Sorride, è rilassato, ma dietro la calma traspare una consapevolezza nuova: quella di chi ha già vinto tutto ma sa che può vincere ancora.
L’altro protagonista, inevitabilmente, è proprio Sinner. “Non ho parlato con lui dopo Parigi: siamo amici, ci conosciamo bene ma non siamo amici stretti – racconta Alcaraz in spagnolo, con felpa e pantaloncini viola del suo sponsor e le scarpe coi lacci di colori diversi –. Immagino quello che può aver passato, quanto male gli abbia fatto la finale di Parigi. La cosa bella del tennis però è che non ci si ferma mai: non hai molto tempo per disconnettere e riflettere perché dietro l’angolo c’è sempre un’altra partita importante. Jannik tornerà con una forza e motivazione mai viste prima, anche perché Wimbledon è un torneo che lo esalta, lui sa giocare molto bene sull’erba e ovviamente è candidato per arrivare in finale e vincerlo”.
Con l’ultima impresa a Parigi, Alcaraz ha portato a 8-4 il bilancio degli scontri diretti contro Sinner. Più significativo, forse, è che gli ultimi cinque li ha vinti tutti lui. Il Roland Garros, però, resta il punto più alto: quella rimonta da 0-40, i tre match point annullati, la capacità di sopravvivere e poi dominare. Una vittoria che sarebbe facile considerare uno spartiacque, ma non per Carlos. “Ci sono sconfitte in finale che assimili più difficilmente di altre, e lo dico perché è capitato anche a me – spiega –. Però so bene le capacità che ha Jannik: so che tornerà più forte, che imparerà da questa situazione, che tornerà a competere al massimo livello anche mentale come fa sempre. No, non credo di avere un vantaggio su di lui ora a livello di testa”.
Sulla tabella di marcia di Alcaraz ora c’è il Queen’s, dove ha già vinto nel 2023. L’esordio sarà contro il connazionale Davidovich Fokina, ma l’orizzonte guarda già a Wimbledon. Fra quattro settimane, sull’erba di Church Road, il mondo del tennis spera di rivedere la stessa finale. Con gli stessi protagonisti. Magari con un finale diverso.