Le parole

Juventus, Yildiz: “Non do troppo peso al numero 10 sulle spalle”

Kenan Yildiz si è aperto in un'intervista al sito dell'UEFA raccontando di emozioni e responsabilità che la maglia della Juve porta con sé.

Juventus, Yildiz: “Non do troppo peso al numero 10 sulle spalle”

Sulla schiena porta il numero più iconico di tutti. Davanti, un futuro che sembra scritto a tinte forti. Kenan Yildiz non è solo una promessa: è già molto più. A diciannove anni ha preso per mano la Juventus in uno dei momenti più delicati della stagione e lo ha fatto con naturalezza, talento e un coraggio raro per chi è appena agli inizi. In un’intervista esclusiva a UEFA.com, il fantasista turco ha raccontato emozioni, sogni, ambizioni e la voglia di lasciare il proprio segno. A cominciare da quella maglia numero 10, che non fa tremare le gambe, ma anzi le carica di energia.

“All’inizio ho pensato: ‘Sarò in grado di farcela?’ Ma poi non ci ho dato troppo peso. Il numero non gioca, sono io che lo faccio”, spiega con la maturità di chi sa bene cosa vuole. Nessuna pressione, nessuna ombra. Kenan è consapevole del peso simbolico di quella maglia, ma è determinato a farne qualcosa di nuovo. “Spero di continuare così”, aggiunge. E intanto, continua a crescere, gol dopo gol, giocata dopo giocata.

In molti lo paragonano già ai grandi del passato bianconero, primo fra tutti Alessandro Del Piero. Ma lui, con la calma di chi ha già tracciato il proprio sentiero, si smarca con decisione: “È una sensazione fantastica indossare questa maglia, ma non mi piacciono i paragoni. Lui è una leggenda, io sono all’inizio. Voglio costruire la mia storia”.

C’è un’aria di determinazione mista a sogno nelle parole del giovane talento. Non ha paura di confrontarsi con i giganti del calcio, anzi: è in quei palcoscenici che vuole stare. “Da bambino sognavo di essere lì, e ora il mio nome è tra quello dei protagonisti. È un grande orgoglio”, confessa. E il prossimo appuntamento è di quelli che fanno tremare i polsi: Real Madrid-Juventus, al Santiago Bernabéu. Per Yildiz, qualcosa che va oltre la semplice partita.

“Ogni bambino sogna di giocare in quello stadio, uno dei più belli del mondo. Affrontare un club del genere in Champions è incredibile”, racconta. Emozioni forti, ma nessuna paura. Solo la voglia di stupire, ancora. Di essere protagonista. E di meritarsi quella maglia.

Nel panorama europeo è considerato uno dei migliori prospetti in circolazione, ma anche qui Yildiz resta coi piedi ben saldi a terra: “È una grande motivazione, ma non amo i paragoni. Io sono io, non sono simile a nessuno”. Una dichiarazione d’identità, di indipendenza. Perché se è vero che alla Juventus la 10 ha sempre avuto il volto di un simbolo, lui vuole essere il prossimo. Ma a modo suo.

Una nuova storia, forse già cominciata.