Alla Juventus è tempo di riflessioni profonde. La sconfitta dell’Olimpico contro la Lazio ha lasciato strascichi pesanti e ha messo in discussione il futuro di Igor Tudor, sempre più in bilico dopo il terzo ko consecutivo tra campionato e Champions League. Il 2-0 di Como, l’1-0 del Bernabeu e ora la notte amara di Roma hanno acceso il dibattito interno al club bianconero, dove non tutti concordano sulla necessità di un cambio immediato. Tuttavia, la sfida di sabato con l’Udinese appare come l’ultima chiamata per il tecnico croato, che si giocherà la panchina allo Stadium.
In origine, la dirigenza aveva stabilito un piano di quattro partite – contro Udinese, Cremonese, Sporting Lisbona e Torino – per valutare l’operato dell’allenatore e decidere durante la sosta delle nazionali. Ma la crisi, acuita dal ko contro la Lazio, potrebbe spingere la società ad anticipare tempi e decisioni. La Juventus, priva di continuità e identità, sembra aver perso le certezze costruite nei primi mesi di lavoro di Tudor, che ora si ritrova sotto esame non solo per i risultati ma anche per la gestione tattica e psicologica del gruppo.
L’ex allenatore di Verona e Marsiglia, legato alla società da un contratto fino al 2027, è accusato di non essere riuscito a dare equilibrio a una squadra che appare disorientata. In poche settimane ha alternato moduli e sistemi di gioco senza trovare stabilità, e molti giocatori – da Cambiaso a Koopmeiners, passando per Locatelli e McKennie – non hanno ancora un ruolo definito. La Juventus, così, è diventata una formazione in continua sperimentazione, incapace di trovare un’identità precisa e di garantire la solidità che da sempre ne caratterizza la storia.
Le difficoltà tattiche si sommano a una condizione mentale fragile, con la squadra che fatica a reagire ai momenti negativi e a mantenere compattezza nei novanta minuti. Un quadro che preoccupa la dirigenza, consapevole che la stagione rischia di deragliare già prima dell’inverno. Per questo, negli ultimi giorni, il club ha iniziato a sondare il mercato degli allenatori alla ricerca di eventuali alternative, pur senza ancora prendere decisioni definitive.
Le prime valutazioni riguardano i profili italiani, con nomi di spicco come Luciano Spalletti e Roberto Mancini, entrambi apprezzati per esperienza e carisma. Resta poi sullo sfondo la candidatura di Raffaele Palladino, giovane tecnico stimato dal direttore tecnico Modesto per il lavoro svolto insieme al Monza. Ma in casa Juventus non si esclude nemmeno una soluzione internazionale: i dirigenti, guidati dal direttore generale Comolli, avrebbero iniziato a raccogliere informazioni su profili come Terzic, Rose, Xavi e Southgate, allenatori attualmente liberi o in uscita dai rispettivi club.
Sul fronte interno, invece, è esclusa la possibilità di un ritorno di Thiago Motta. L’italo-brasiliano, già sotto contratto fino al 2027, non verrà richiamato per assumere la guida tecnica.
Le prossime ore, dunque, saranno decisive per capire se il progetto Tudor avrà un’altra occasione o se la Juventus deciderà di voltare pagina. Tutto dipenderà dalla gara con l’Udinese, ultima prova d’appello per un tecnico che rischia di pagare una crisi di risultati e di idee da cui la squadra, per ora, non sembra saper uscire.