Inter, Sucic potrebbe debuttare dal 1' con il Monterrey
Con Calhanoglu fuori causa, Sucic potrebbe partire dall'inizio

Nel cuore della UCLA, tra specchi, bilancieri e silenzi rotti solo dal rumore dei palloni, l’Inter ha iniziato a modellare la nuova stagione. Un’immagine scattata dal fotografo del club racchiude, quasi simbolicamente, passato e futuro nerazzurro: Lautaro Martinez, fermo in una posa statuaria, da divinità greca moderna, fissa l’orizzonte. Al suo fianco, Cristian Chivu – neoallenatore con lo sguardo soddisfatto – immagina già i gol che verranno. Ma dietro loro, quasi sullo sfondo, eppure impossibile da ignorare, c’è Petar Sucic, disteso con naturalezza sul tappetino. Sarebbe bastato un gesto – la mano sulla tempia – per trasformarlo in una Paolina Borghese del calcio moderno. O, per chi ama le suggestioni storiche, nel Platini del prato di Yokohama.
La scena è leggera, ma significativa. Perché Sucic – classe 2003, fisico da mediano e tocco raffinato – è uno dei volti nuovi che più incuriosiscono l’ambiente nerazzurro. Al suo primo vero contatto con la prima squadra, il centrocampista croato non ha impiegato molto a far capire che può starci. Ha talento, ha presenza, e ha fame. La missione è chiara: giocarsi tutto, già in questo Mondiale per club, dove l’Inter vuole arrivare pronta e profonda in ogni reparto.
Sucic sa bene di trovarsi nel punto esatto in cui si incrociano esperienza e ambizione. Chivu, che lo ha incrociato in passato nel settore giovanile, è ora il suo tecnico; Lautaro, il capitano, il riferimento carismatico e tecnico. Da quello scatto in palestra, i due hanno iniziato a parlarsi, a studiarsi, a cercare la sintonia necessaria tra chi vuole trascinare e chi vuole salire a bordo in fretta.
Ieri, il croato ha fatto un altro passo in avanti: prima giornata con tutti i centrocampisti al completo. Ha conosciuto Barella, ha lavorato con Zielinski, ha toccato palla accanto ad Asllani e Frattesi. E con l’aggiunta di Mkhitaryan e Calhanoglu – quest’ultimo assente contro il Monterrey – il mosaico è finalmente composto. Ma se in epoca Inzaghi la mediana sembrava intoccabile, ora le gerarchie sono di nuovo tutte da scrivere.
Il match d’esordio del nuovo corso interista potrebbe riservare una prima sorpresa: manca il regista, e in questa fase embrionale, Chivu guarda a più soluzioni. Asllani, forte della conoscenza del contesto e in pole per continuità, resta il favorito, ma Sucic è lì, pronto a insidiare. L’idea di spostare Barella o Mkhitaryan in mezzo e inserire il croato tra le mezzali è tutt’altro che da escludere. Gli ultimi allenamenti saranno decisivi.
Intanto, nei 15 minuti di seduta aperti ieri ai media, Sucic ha lasciato altri segnali incoraggianti. Sa tenere il ritmo, risponde presente nelle esercitazioni sul primo tocco, e usa con intelligenza la sua struttura fisica. Il talento c’è, il potenziale anche. Resta da vedere se riuscirà a trasformarlo in fiducia da parte del tecnico, magari già da subito.
Chivu lo osserva, pronto a traghettarlo verso un ruolo importante. Lautaro lo guida, perché comprendere il valore della maglia, all’Inter, è il primo passo per meritarsela. E Sucic ascolta, apprende, si fa largo. Perché in un gioco di specchi, a volte, è chi arriva da dietro a prendersi la scena.