Le parole

Spalletti: “Napoli-Juve dirà molto di noi”

L'allenatore della Juventus parla alla vigilia del suo ritorno a Napoli da avversario

Spalletti: “Napoli-Juve dirà molto di noi”

Luciano Spalletti è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia di Napoli-Juventus. Queste le sue dichiarazioni:

Cosa vuol dire arrivare a Napoli dopo tre vittorie consecutive?
«La maglia della Juve è stata tessuta per questo, per vincere partite. Non viviamo un periodo bellissimo ma questo deve essere lo status normale. Ci arriviamo con fiducia, ma dobbiamo essere anime forti, libere, senza cercare supporto da qualche parte per dimostrare il loro futuro. Importante vedere che in allenamento si vanno ad acchiappare cose nuove. Questo vedo e questo è fondamentale, mi dà fiducia».

Quanto definirà le ambizioni stagionali?
«Ci sono momenti che durano giorni e settimane che passano un attimo. Partite che valgono tre punti e rimangono lì. Ci sono poi partite che rimangono nella storia per sempre, questa può dire molto sul futuro del nostro campionato. Gli dedicheremo tutta la forza che abbiamo».

Si tratta di un esame di maturità?
«Sì, si può mettere anche così. È un esame dove dobbiamo farci trovare pronti. È difficile, andiamo a giocare contro i campioni d’Italia e sappiamo la forza di quella squadra lì. Lo stan facendo vedere anche quest’anno, è quello con cui ci dobbiamo confrontare».

Sarà la prima volta contro Conte
«Ci siamo incontrati molte volte, in giro, una volta si è giocata un’amichevole contro, a Coverciano ci siamo incontrati. È un allenatore bravo, lo ha fatto vedere anche quest’anno. Come persona non ho la possibilità di dire niente, non lo frequento quotidianamente. Lui è un allenatore top».

Come sta Koopmeiners?
«È un calciatore elegante, geniale, estroso, sa fare più cose. Ha personalità. Mi aspetto che una volta visto quello che lui fa in campo, ci sia sempre lo step successivo. Deve essere così. Il campo è talmente grande che ti permette di trovare cose nuove per farsi volere bene e io gli voglio un po’ di bene».

Può rifare con la Juve quanto fatto a Napoli?
«Mi rifaccio alle parole di John Elkann, che ha detto che tutti fan riferimento alla storia della Juventus ma non sanno che storia che sarà, che futuro avrà. Essere al fianco di una società del genere, c’è la possibilità di arrivare dove tutti i tifosi hanno il desiderio di tornare. Ci sono passaggi fondamentali, poi la qualità dei calciatori fa la differenza, poi il percorso è diluito nel tempo e non va fatto tutto in una partita».

Una valutazione su David
«Non dipende mai dalle parole ma da quelli che sono i ritmi, le cadenze, quello che vuoi acchiappare personalmente. È sensibile, bravo, forte, ha una fisicità forte, penso che ci sia questo autostimolarsi nel voler far vedere di che panni sei fatto. Si porta dietro dei numeri da un altro campionato, percepisco questa reazione ed è una cosa corretta che lui deve fare, a livello del calciatore che è».

Yildiz domani può fare il centravanti?
«La formazione preferisco darla prima ai calciatori, se no faccio brutta figura domani quando entro e sanno già il destino. In queste partite qui ci si prende tutto il campo che si ha a disposizione per creare la formazione titolare. Mi sembra di saperla, ma qualche volta ho cambiato».

Sente questa partita più delle altre?
«Sono stati due anni in cui io e il Napoli ci siamo resi felici a vicenda. È stata un’emozione tremenda quelle due stagioni lì, soprattutto quella dello Scudetto. Le belle storie hanno il potere dell’immortalità, rimarrà così per sempre. Io ho vissuto altre situazioni importanti, ho fatto parte di famiglie della Roma, dell’Inter, del Napoli e oggi sono loro avversario. Cosa sarò domani non lo so, di sicuro mi porto dietro tutte le belle persone che ho incontrato in queste esperienze, di loro non mi priverò mai. Favorita? Non lo so, non faccio questi ragionamenti. So che a loro manca qualcosa a centrocampo, a noi in difesa dai tempi che furono e di conseguenza bisogna ugualmente tentare di vincere. Loro hanno un passato che gli consente di vere delle certezze e noi siamo alla ricerca di certezze».

Come sta McKennie?
«È una persona forte, che rende il calciatore forte. Ha questa disponibilità e questo modo di venirti incontro che sembra ti dica ‘Tu chiedimi e io eseguo’. Lui parte ed è esecutivo in tutto quello che gli dici di fare. Il timore l’ha affrontato da piccolo, per diventare coraggiosi devi affrontare quello che ti fa paura. Tenta giocate a volte che a prima vista non fan parte della sua caratteristica migliore ma ci prova lo stesso. Gli puoi dire di fare il quinto di destra e lo porti a fare il braccetto di sinistra e lui parte e lo fa. È perfetto per un allenatore».

Cosa può dire di Locatelli?
«Ha personalità, è un calciatore che dentro lo spogliatoio della Juventus ha la sua collocazione ben precisa. Sa bene le sue caratteristiche, anche se ogni tanto si fa trascinare in altre cose. Ne abbiamo parlato in maniera personale. In queste partite è stato perfetto, mi aspetto un’altra grossa prestazione».