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Spalletti ridisegna la Juventus, a Firenze sarà 4-3-3

Dalla difesa a quattro alle varianti offensive: il tecnico bianconero lavora su principi e soluzioni mentre aspetta di recuperare gli uomini chiave.

Spalletti ridisegna la Juventus, a Firenze sarà 4-3-3

Nel silenzio operativo della Continassa, Luciano Spalletti sta spingendo sulla costruzione della sua Juventus, sfruttando la sosta per imprimere concetti e correggere le prime traiettorie tattiche. Pur consapevole delle assenze forzate — tra infortuni e impegni legati alle qualificazioni Mondiali — l’allenatore toscano ha iniziato a modellare la squadra secondo i propri riferimenti, a partire da quella difesa a quattro che, nella sua carriera, è sempre stata un punto d’appoggio, più filosofico che numerico.

Il discorso, però, non si esaurisce nella rigidità dei sistemi: Spalletti è abituato a far convivere sviluppi di gioco che ne trasformano le geometrie. Lo si è visto a Roma, nel rientro con la linea “a tre e mezzo”, e si è visto a Napoli, dove gli esterni bassi diventavano mezzali aggiunte in fase di costruzione. Anche in Nazionale, pur in un percorso breve, la difesa ha cambiato pelle più volte. E così, arrivando in corsa a Torino, il tecnico ha scelto la strada più naturale: mantenere l’ossatura arretrata a tre, inserendo Koopmeiners sul centrosinistra, e introdurre gradualmente i suoi principi.

Due le direttrici più visibili: l’uso sistematico del cambio di gioco già dalla prima impostazione, per allargare e muovere gli avversari, e la ricerca della profondità tramite il trequartista di parte. Quando quest’ultimo viene aggredito dal centrale avversario, si apre il corridoio verticale per Vlahovic, che può attaccare lo spazio con tempi più puliti.

Con il rientro degli elementi cardine, la Juventus potrebbe presentare una retroguardia di livello assoluto. Un quartetto formato da Cambiaso, Gatti, Bremer e Cabal garantirebbe solidità e letture moderne, con alternative credibili come Kalulu, Kelly, Rugani, Joao Pedro o un McKennie adattato da esterno. Da lì, si aprirebbero scenari più vicini al passato spallettiano: 4-3-3 o 4-2-3-1, quest’ultimo particolarmente funzionale a Yildiz, che potrebbe agire nel ruolo naturale senza doversi sacrificare in ampiezza.

Sugli esterni offensivi, la scelta non manca: Conceiçao, Zhegrova, Openda, e lo stesso Kostic, che all’Eintracht ha spesso interpretato la trequarti sinistra nel 4-2-3-1. Insomma, pur senza avere la rosa più qualitativa del campionato, Spalletti dispone di una struttura duttile, modellabile, ideale per sperimentare e ampliare le soluzioni.