Dramma blucerchiato

Samp, prima volta in C della storia: non bastano Evani & co.

Samp, prima volta in C della storia: non sono bastati gli avventi di Evani, Lombardo e altri storici rappresentanti del Doria

Samp, prima volta in C della storia: non bastano Evani & co.
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La Sampdoria tocca il punto più basso della sua storia. Il pareggio sul campo della Juve Stabia ha sancito la retrocessione diretta in Serie C, un evento mai accaduto prima per la gloriosa società blucerchiata. Non è bastato un ultimo sussulto né un disperato tentativo di rimonta per evitare l’epilogo più amaro: l’annata 2024/25 si chiude come una delle più drammatiche mai vissute dal club genovese.

Il crollo sportivo è il risultato di una stagione iniziata con grandi aspettative e terminata nel disastro. Una campagna acquisti estiva ambiziosa, caratterizzata da numerosi colpi, aveva acceso le speranze di un campionato da protagonista. Invece, quelle stesse operazioni si sono trasformate in un boomerang, generando solo confusione e alimentando tensioni. Le lacrime dei giocatori a fine partita sono la fotografia cruda di un fallimento.

La panchina è stata un valzer continuo: quattro allenatori – Pirlo, Sottil, Semplici ed Evani – si sono succeduti senza riuscire a dare identità e stabilità al gruppo. Nemmeno la rivoluzione invernale, orchestrata dal ds Pietro Accardi con innesti del calibro di Sibilli, Oudin, Cragno e Altare, ha prodotto la svolta attesa. Un fugace sussulto era arrivato con il ritorno simbolico di Roberto Mancini – figura storica della dorianità – affiancato da Evani e Lombardo in panchina e da Andrea Mancini nel ruolo di direttore sportivo. La vittoria sul Cittadella aveva fatto sperare in un’inversione di rotta, ma la successiva sconfitta a Carrara e il deludente pari interno contro la Cremonese hanno riportato la Samp nella crisi.


Anche il successo contro la Salernitana, concorrente diretta nella lotta salvezza, non è bastato a invertire il destino. La squadra si è giocata tutto nei 90 minuti finali, ma il pareggio di Castellamare di Stabia ha spento ogni speranza. Una retrocessione impensabile per un organico costruito per ben altri obiettivi, con un monte ingaggi di 20 milioni e nomi importanti come Tutino e Coda in rosa.

A rendere ancora più amara la stagione è il bilancio complessivo del club, che registra ben tre retrocessioni. Oltre alla prima squadra, sono scese di categoria anche la Primavera – penultima in classifica e retrocessa con tre turni d’anticipo in Primavera 2 – e la Sampdoria Women, ultime nella poule salvezza e costrette a ripartire dalla Serie B dopo aver affrontato Lazio, Como, Sassuolo e Napoli.

Per una società che ha vinto uno scudetto, Coppe Italia e una Coppa delle Coppe, che ha vestito campioni come Vialli, Mancini, Cerezo, Gullit, Francis, Souness, Veron e Seedorf, questa stagione rappresenta una ferita profonda, difficile da rimarginare. La Sampdoria non aveva mai toccato il fondo così.

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