Udinese

Zaniolo riparte da Udine: “Voglio divertirmi e tornare in Nazionale”

Nicolò si confessa: "Ho sbagliato tanto ma sono cresciuto. A Udine ho trovato stabilità, umiltà e un allenatore bravissimo".

Zaniolo riparte da Udine: “Voglio divertirmi e tornare in Nazionale”

Una carriera da predestinato, poi il buio, le polemiche, gli infortuni. Ora Nicolò Zaniolo vuole solo tornare a essere felice. A Udine, dove ha trovato serenità e un ambiente ideale per ricominciare. «Mi sono rifatto la vita — racconta al Corriere dello Sport —. Non avevo ancora vent’anni e mi sono ritrovato catapultato in qualcosa più grande di me. Non era facile reggere le pressioni. Ma se gli errori commessi mi hanno portato a essere la persona che sono oggi, non ho rimpianti. Voglio tornare a divertirmi giocando a calcio. Il matrimonio? Nel 2027, vogliamo fare le cose con calma».

A Udine, dice, si sente rinato: «Sto molto bene. Abbiamo trovato subito una stabilità con la mia compagna e mio figlio. Viviamo vicino al centro, è tutto comodo e tranquillo. L’Udinese è una società che ti mette nelle condizioni di rendere al meglio. Ci possiamo divertire ed essere la sorpresa del campionato. Sono diverso, più maturo, so quello che voglio. Sto dando tutto con la massima umiltà, e seguendo il mister — fidatevi, bravissimo — possiamo fare bene».

Il pensiero torna inevitabilmente alla Nazionale: «Ho visto Italia-Israele in tv, ho tifato come ogni italiano. La Nazionale è il sogno di tutti e anche il mio. Non ho sentito Gattuso, ma le sue parole sulle porte aperte mi hanno fatto piacere. È giusto che chi merita sul campo venga convocato».

Poi Zaniolo ripercorre il suo passato, respingendo alcune voci:

Atalanta: «Non sono andato via per litigi con Gasperini, falsissimo. Lo stimo tantissimo, è uno dei migliori. Solo che volevo più spazio: davanti avevo Lookman, De Ketelaere, Retegui. Runjaic mi ricorda lui per la cultura del lavoro».

Fiorentina: «Non è vero che non mi hanno voluto. Anche per colpa mia le cose non sono andate, ma ho accettato la decisione».

Roma: «L’esultanza contro i giallorossi? Era una liberazione, ma tornando indietro non lo rifarei. Chiedo scusa a chi si è sentito offeso».

Sull’episodio al Viola Park con la Roma Primavera: «È stato tutto ingigantito. Le autorità hanno chiarito com’è andata».

E su Mourinho, parole di affetto: «È l’allenatore con cui ho giocato di più. Il mister è il calcio, lo sento ancora e mi dà consigli».

Infine, le smentite su gossip e superstizioni: «Non credo al malocchio, non sono andato da nessuno per farmelo togliere. E non ho lasciato la casa di Totti perché portava sfortuna: è una leggenda, un idolo assoluto. Con Mancini? Ci vogliamo bene, mai litigato davvero».