Un nuovo capitolo si apre nella stagione di Dusan Vlahovic, e non è quello che la Juventus sperava. Il bollettino medico bianconero ha confermato un quadro particolarmente serio: l’attaccante serbo ha riportato una lesione di alto grado all’adduttore lungo della coscia sinistra, un vero e proprio strappo con rottura delle fibre nella delicata giunzione muscolo-tendinea dell’area inguinale. Un infortunio ben più complesso di un semplice stiramento, che costringe ora il giocatore a una scelta fondamentale per la sua carriera.
La prima strada immaginata da Vlahovic era quella della terapia conservativa, un percorso meno invasivo che avrebbe comportato 45 giorni di riposo assoluto e un successivo mese di riatletizzazione: in totale, circa due mesi e mezzo lontano dai campi. Nelle ultime ore, però, il quadro è cambiato: i medici della Juventus, valutando il rischio elevato di recidiva, hanno consigliato l’opzione chirurgica, ritenuta più sicura nel medio-lungo periodo e capace di garantire maggiore stabilità alla struttura muscolare.
La decisione definitiva spetta al giocatore — attesa tra oggi e giovedì — ma la direzione sembra ormai tracciata: la sala operatoria è l’orizzonte più probabile.
A rendere il contesto ancora più chiaro c’è un precedente recente e molto significativo: quello di Kevin De Bruyne. Il fuoriclasse del Napoli ha accusato un infortunio praticamente identico e, a fine ottobre, ha scelto di operarsi ad Anversa dal professor Geert Declerq, uno dei massimi specialisti nel trattamento delle lesioni muscolari. Per lui si è parlato di un recupero vicino ai quattro mesi. Vlahovic, più giovane e con una capacità di recupero potenzialmente superiore, potrebbe rientrare in tempi leggermente inferiori, ma lo stop minimo sarà comunque di tre mesi.
La Juventus, intanto, si prepara a fare a meno del suo centravanti per un periodo lungo e delicato: una notizia che pesa sia sul presente sia sulle ambizioni stagionali dei bianconeri.