Bomber senza età

Vardy, rinascita italiana: la Cremonese si gode il suo campione

Dopo l’addio al Leicester, l’attaccante inglese ha trovato sotto il Torrazzo un nuovo habitat tecnico e umano.

Vardy, rinascita italiana: la Cremonese si gode il suo campione

Sbarcato in Italia dopo aver chiuso la sua epoca d’oro con il Leicester, Jamie Vardy sta vivendo una vera e propria terza giovinezza. La doppietta al Bologna ha rianimato la Cremonese dopo tre sconfitte consecutive e ha restituito alla Serie A le magie di un bomber autentico, capace ancora di fare la differenza. Ma qual è il segreto di questo exploit? Come ha fatto il club grigiorosso a rilanciare un campione di 38 anni?

Habitat: la serenità che rigenera

Il primo fattore è l’ambiente. «La squadra lo ha accolto come un privilegio», ha spiegato Davide Nicola, sottolineando come il gruppo consideri un onore condividere il campo con lui. In cambio Vardy ha portato gol, professionalità e un atteggiamento esemplare.

Arrivato il primo settembre, ha scelto di vivere sul Lago di Garda, tra famiglia, scuola internazionale per i figli e una routine fatta di tranquillità, lavoro e poche distrazioni. Neppure il furto da 100 mila euro nella sua villa, avvenuto mentre la famiglia era allo stadio per Cremonese-Roma, lo ha scalfito: la risposta è stata la straordinaria prestazione di Bologna.

L’estate da svincolato gli ha permesso di mantenersi in forma seguendo sedute specifiche per la velocità: scatti brevi, alta intensità, esercizi mirati a rompere le linee, qualità che da sempre contraddistinguono i grandi bomber. Le difese di Lucumí, Heggem e Casale al Dall’Ara ne sanno qualcosa. Poco amante della palestra e grande fan dell’acqua, Vardy alterna piscina e idroterapia nella vasca di casa. E poi c’è la sua famosa abitudine: «Beve tantissima Red Bull», racconta Floriani. «Il frigo è pieno. Ma regge alla grande e in allenamento sembra un ragazzo».

Dieta e lavoro: il segreto della longevità

Per anni la narrazione inglese ha insistito sul suo stile di vita “punk”: Red Bull, caffeina, prosciutto e fagioli a colazione, un bicchiere di Porto la sera prima delle partite. Oggi la realtà è diversa. Vardy mostra un fisico asciutto, una rapidità sulla breve che sfida anagrafe e pregiudizi.

La Cremonese lo ha riportato al top con due settimane di lavoro personalizzato, scatti ad alta intensità e sedute di resistenza. Dopo l’esordio a Verona e un piccolo stop muscolare, è dalla gara con l’Udinese che si è rivisto il vero Jamie. «Mi prendo cura del recupero al massimo, ho tutto ciò che mi serve a casa», spiega l’attaccante.

La dieta è semplice e rigorosa: uova strapazzate e toast a colazione, pasta in bianco o al pomodoro a pranzo, carne la sera. Nulla di stravagante, ma tanto equilibrio.

Lo spogliatoio: un leader silenzioso

In pochi mesi Vardy è diventato un punto di riferimento dello spogliatoio. «Un orgoglio giocare con lui», dice Bonazzoli, che lo affianca in attacco. Baschirotto si è definito ispirato dalle sue imprese con il Leicester. Zerbin sottolinea la sua fame e la voglia di rimettersi in gioco, mentre il capitano Bianchetti lo descrive come un lavoratore instancabile: «Non si lamenta mai, sprona i giovani».

A gennaio compirà 39 anni e il contratto scade a giugno, ma la sensazione è chiara: questa storia è tutt’altro che finita. La Cremonese si gode un campione che sembra aver fermato il tempo, e Vardy – ancora una volta – dimostra che la fame può superare l’anagrafe.