Verso Juventus-Monza

Tudor, l'effetto è già finito? Juventus-Monza è già decisiva

La sconfitta di Parma sembra aver azzerato i benefici della nuova gestione: i bianconeri sono fuori dalla zona Champions, proprio come con Motta

Tudor, l'effetto è già finito? Juventus-Monza è già decisiva
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Tudor, l'effetto è già finito? Era il 23 marzo quando il tecnico croato prendeva ufficialmente il posto di Thiago Motta sulla panchina della Juventus, deciso a risollevare una squadra reduce dalla sconfitta a Firenze e con una classifica che non faceva certo sorridere: quinti, a meno uno dal Bologna (quarto) e con un margine risicato sulle due romane inseguendo a distanza ravvicinata. In quel momento, la squadra dell’italo-brasiliano aveva totalizzato 45 gol, subendone 28 in 29 partite, di cui ben 7 nelle ultime due uscite.

Passato un mese e quattro partite, la situazione, per quanto non drammatica, non ha visto cambiamenti significativi. Bologna a 60 punti, Juve e Lazio a 59, Roma a 57: i bianconeri sono tornati praticamente al punto di partenza. Anzi, se possibile, anche peggio. Se da un lato la distanza dal quarto posto è rimasta invariata, dall'altro Lazio e Roma hanno guadagnato un punto ciascuna, accorciando il divario con la squadra di Tudor. Le cifre, però, raccontano una storia che va oltre la semplice classifica. Nei 360 minuti di gestione di Tudor, la Juventus ha ottenuto 7 punti, con una media di 1,75 a partita, ha segnato 4 gol (una media di 1 a gara) e ne ha subiti 3 (una media di 0,75 a partita). Numeri che, a conti fatti, non sembrano offrire una scossa concreta. Se paragonati ai 29 match della gestione Motta, la Juventus aveva una media di 1,79 punti per partita, segnando 1,55 gol e subendo 0,97 reti. La differenza tra i due periodi, insomma, appare minima, quasi impercettibile. Ma a fare più rumore di ogni statistica è la sensazione di déjà-vu che accompagna le prestazioni della squadra bianconera. Nonostante il cambio di allenatore, la Juve sembra muoversi in un circolo vizioso che non fa altro che amplificare i difetti storici della stagione. In attacco, l’inconsistenza rimane una costante; la difesa continua a soffrire sui palloni alti; e, cosa ancora più preoccupante, manca quella cattiveria agonistica che potrebbe fare la differenza nelle partite decisive. La questione, quindi, non è tanto di numeri, quanto di carattere e di gioco. Tudor, pur avendo modificato il modulo e scelto uomini diversi rispetto al suo predecessore, non è riuscito a imprimere il cambiamento sperato. La sensazione che si è avvertita, guardando le sue partite, è che qualcosa sia cambiato per restare tutto uguale. Un cambio di rotta che, di fatto, non ha prodotto l’immediata reazione che ci si aspettava. Con solo 5 partite rimaste da disputare, la Juventus si trova ad un bivio: la stagione è ancora recuperabile, ma i margini di errore sono ormai ridotti al minimo. La squadra ha bisogno di una scossa, di una vittoria che possa ridare fiducia e serenità in vista di una corsa che resta incerta. Il tempo per passi indietro è finito: per salvare una stagione che rischia di essere definita come una delle più deludenti degli ultimi anni, la Juve è chiamata ad una reazione immediata e tangibile, con la consapevolezza che ogni partita ora è una finale.

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