Il futuro dell’arbitraggio in Serie A potrebbe essere segnato da una trasformazione significativa. Secondo quanto riportato dal Messaggero, dai vertici dell’AIA emergono riflessioni sull’introduzione del Football Video Support (FVS), un sistema già in fase di sperimentazione in Serie C che promette di rivoluzionare l’uso della tecnologia in campo. Non si tratterebbe semplicemente di un “VAR a chiamata”, ma di una revisione profonda del protocollo attuale.
A differenza dell’attuale VAR, il FVS elimina la figura dei VMO (Video Match Officials) centralizzati nella sala di Lissone. Il nuovo sistema prevede invece una postazione a bordo campo gestita da un quinto ufficiale. Il ruolo di quest’ultimo non è giudicante: si limita a far scorrere le immagini e a mostrarle al direttore di gara senza suggerire decisioni, lasciando la responsabilità ultima all’arbitro in campo.
La vera novità riguarda la possibilità per gli allenatori di richiedere la revisione di determinate azioni attraverso un meccanismo chiamato “challenge”. Ogni tecnico dispone di due challenge per partita, utilizzabili per le quattro fattispecie già previste dal VAR (gol, rigori, cartellini rossi diretti e scambi di identità). Se la chiamata dell’allenatore si rivela corretta, egli mantiene il diritto di utilizzare la card per il challenge successivo; in caso contrario, la perde.
Questo approccio sposta gran parte della responsabilità su arbitri e allenatori, riducendo la necessità di specialisti davanti ai monitor e potenzialmente diminuendo le proteste delle società. L’obiettivo dichiarato è un ritorno alle origini dell’arbitraggio: decisioni più dirette, responsabilità chiare e un flusso di gioco più naturale, senza il fermo continuo della partita per ogni azione dubbia.
Il FVS, se confermato in Serie A, potrebbe rappresentare una nuova era per il calcio italiano: meno tecnologia invasiva e più affidamento sulle competenze di chi è in campo. Una sperimentazione che punta a bilanciare precisione e dinamismo, rendendo il gioco più rapido e, al tempo stesso, equo.
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