Una scelta destinata a far discutere, e che ha già spaccato opinione pubblica, tifosi e addetti ai lavori. Milan-Como, partita valida per il campionato di Serie A 2025/2026, si giocherà a oltre 14.000 chilometri dall’Italia. Salvo colpi di scena, il match andrà in scena a Perth, in Australia, per permettere lo sgombero e i lavori allo stadio San Siro in vista delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Una decisione senza precedenti, autorizzata in via del tutto eccezionale anche dalla UEFA, ma che sta sollevando più di una perplessità.
A criticare duramente l’operazione è stato uno dei senatori dello spogliatoio rossonero, Adrien Rabiot. Il centrocampista francese, intervistato da Le Figaro, non ha usato mezzi termini: “Milan-Como in Australia? È totalmente assurdo. Poi sono accordi economici affinché il campionato abbia una certa visibilità, cose che ci superano. Si parla molto dei calendari e della salute dei giocatori, ma tutto questo sembra davvero assurdo. È pazzesco fare così tanti chilometri per far giocare una partita fra due squadre italiane. Dobbiamo adattarci. Come sempre”.
Parole che risuonano forti in un contesto in cui il tema della sostenibilità del calcio – sia dal punto di vista ambientale che fisico – è sempre più al centro del dibattito. Eppure, per la Lega Serie A, lo spostamento del match sembra essere l’unica soluzione possibile per permettere i lavori di adeguamento e smantellamento temporaneo di alcune strutture interne a San Siro, necessarie per ospitare gli eventi olimpici. Il risultato, però, è una trasferta intercontinentale che rischia di incidere profondamente sulla preparazione e sulla regolarità della stagione, specie per un Milan impegnato su più fronti.
Al di là delle polemiche, Rabiot ha voluto anche tracciare le sue ambizioni personali e quelle della squadra in questa annata che si preannuncia intensa. “Spero di fare grandi cose, vincere titoli, in un club storico e mitico. Voglio lasciare il segno”, ha dichiarato il francese, che quest’anno ha assunto un ruolo ancora più centrale nella mediana rossonera.
Non poteva mancare anche un passaggio sul compagno di reparto più esperto e celebrato, Luka Modric. Il croato, arrivato in estate, ha già lasciato un’impronta profonda nello spogliatoio e negli occhi dei suoi compagni. “Mi ha soprattutto stupito. Vederlo allenarsi con tanta precisione, professionalità, intensità e impegno, a 40 anni, è impressionante. Davvero. È umile, dedicato, sempre al 100%. Quando vedo cosa fa con dieci anni più di me, resto senza parole”.
Mentre la Serie A si proietta verso nuove rotte internazionali, tra esigenze logistiche e visibilità globale, resta il malcontento di chi vive il campo ogni giorno. E in un calcio che chiede sempre di più ai suoi protagonisti, le parole di Rabiot sembrano far emergere un malessere diffuso: la distanza crescente tra decisioni strategiche e realtà sportiva.
