Ci sono errori che fanno male e altri che, per quanto pesanti, finiscono per rafforzare il legame tra un giocatore e il suo popolo. Il rigore sbagliato da Christian Pulisic contro la Juventus rientra, a sorpresa, nella seconda categoria. Perché se è vero che quel tiro dagli undici metri ha impedito al Milan di volare in testa alla classifica e di espugnare lo Stadium con un colpo da grande squadra, è altrettanto vero che l’impatto umano del numero 11 rossonero ha prevalso sull’amarezza sportiva.
Già al momento della sostituzione, con Nkunku pronto a entrare nell’ultimo quarto d’ora, l’espressione di Pulisic diceva tutto. Non servivano parole per capire il peso del rammarico. Lo stesso volto teso, quasi colpevole, con cui ha lasciato il campo dopo il triplice fischio. Un peso che non si è sciolto nemmeno a freddo, tanto che lo stesso Pulisic ha deciso di rompere il silenzio con un post diretto e sentito sui propri canali social: “Mi uccide deludere questo club. Lavorerò 10 volte più duramente per sistemare le cose. Forza Milan sempre”. Parole che hanno colpito nel segno, conquistando ancora di più i tifosi del Diavolo, che lo hanno subito circondato d’affetto.
L’episodio non ha intaccato la fiducia dell’ambiente rossonero. Né quella dell’allenatore, che ha ribadito la qualità della prestazione dell’americano, né quella dei compagni, che hanno riconosciuto il valore dell’impegno continuo di un giocatore che, nonostante l’errore, rimane il trascinatore offensivo di questa prima parte di stagione. Pulisic è infatti il capocannoniere del Milan e dell’intero campionato: un dato che testimonia il suo contributo concreto alla causa rossonera.
Resta però il nodo irrisolto dei rigori, un punto debole che da mesi tormenta il Milan. Quello fallito allo Stadium è solo l’ultimo di una serie di errori che cominciano a fare statistica, con i rossoneri che hanno sbagliato cinque degli ultimi sette rigori calciati in Serie A. Una zavorra che pesa soprattutto nelle partite più tirate, dove gli episodi decidono tutto. Ma anche questa volta, come spesso è accaduto, la delusione dal dischetto ha un colpevole che esce dal campo a testa alta, seppur con l’amarezza dipinta in volto.
Pulisic, fin qui, è stato molto più che un acquisto riuscito: è diventato in breve tempo un punto di riferimento tecnico ed emotivo per la squadra. Un leader silenzioso, ma capace di parlare quando serve. Anche dopo un errore pesante come quello di Torino. Il messaggio è chiaro: la responsabilità se l’è presa, il lavoro non mancherà. E i tifosi, più che mai, sono dalla sua parte.