Le parole del brasiliano

Parla Neres: "Conte tira fuori il meglio di me, l'Inter mi ha impressionato"

David Neres è pronto al rientro. Nel frattempo si è lasciato andare su temi calcistici e famigliari sulle pagine del Corriere della Sera

Parla Neres: "Conte tira fuori il meglio di me, l'Inter mi ha impressionato"
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In attesa di tornare a far parlare il campo David Neres si è confidato sulle pagine del Corriere della Sera affrontando tematiche del presente e del passato sia calcistico che famigliare. Il suo infortunio, arrivato proprio dopo la cessione di Kvaratskhelia, ha inciso pesantemente sul rendimento del Napoli, che senza il suo apporto ha perso fantasia e velocità: "Prima del mio infortunio avevamo vinto sette partite consecutive, quindi un calo è comprensibile. Il campionato italiano è molto competitivo, ogni partita è difficile, e affrontiamo sempre squadre di alto livello. Le prossime nove partite saranno decisive, ora è vietato fermarsi". L'attaccante ha anche condiviso le sue impressioni sul campionato italiano e sulla forza dell'Inter: "L'Inter ha una squadra forte, senza dubbio. Con il Napoli non ci ho mai giocato contro, ma con il Benfica li ho affrontati tre volte, e mi hanno impressionato. Bastoni, in particolare, mi ha messo in difficoltà". Neres si è soffermato anche sul ruolo di Conte all'interno della squadra: "Conte è molto simpatico, ma è anche molto esigente. E per me è perfetto, perché quando un allenatore non è esigente, tendo a rilassarmi. Lui tira fuori il massimo da ogni giocatore, ti stimola e ti motiva come nessun altro. Mi rimproverò subito, mi è successo dopo due settimane. Avevamo giocato un’amichevole e non mi ero impegnato al massimo. Mi chiamò da parte, in modo chiaro e diretto. Da quel momento ho capito chi avevo di fronte e come dovevo comportarmi. Mi è servito. Ho corso più in questi 6 mesi che in tutta la mia carriera fino ad ora".

Parole anche per l'altro italiano che lo ha allenato, Roberto De Zerbi, che lo volle allo Shakhtar Donetsk. Esperienza poi interrotta dallo scoppio della guerra: "Quando sono arrivato allo Shakhtar, mi sentivo in ottima forma, mi allenavo bene con De Zerbi. Poi, però, la guerra ha interrotto tutto e sono stato costretto a tornare in Brasile. All'inizio sembrava quasi che avessi lasciato il calcio, il primo mese mi sono divertito, poi ho iniziato a annoiarmi. Sono stato fermo fino all’arrivo del Benfica, mi è sembrata un’eternità", racconta l’attaccante. Fu proprio quella fase a spingerlo verso Napoli: "Non avevo mai giocato in un campionato forte come quello italiano. Quando il Napoli mi ha dato l'opportunità, non ci ho pensato due volte, è un club con un progetto chiaro". Nonostante il suo grande talento, Neres evita di mettersi sotto i riflettori e rifiuta l'etichetta di "nuovo Kvaratskhelia". La sua umiltà deriva anche da una infanzia difficile, che lo ha spinto a scegliere tra calcio e studio: "Giocavo con il pallone davanti a casa, avevo solo 5 anni. Papà era felice, ma mamma mi diceva sempre che prima veniva la scuola, poi il calcio. Ho rispettato quella regola e se non avessi studiato, non avrei potuto allenarmi. Ho fatto il liceo e alla fine mia madre mi ha dato il via libera". Neres racconta anche i sacrifici della sua famiglia: "Non eravamo ricchi, ma papà e mamma lavoravano sodo per garantirci il cibo a tavola. Quando ho iniziato a guadagnare, il primo stipendio al San Paolo era di circa 120 reais, che corrispondono a circa 20-30 euro. Pensai: 'Wow, sono ricco!'. Quando sono arrivato in Europa e i soldi sono diventati più consistenti, ho comprato una casa migliore per la mia famiglia, in un quartiere più sicuro."

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