Il Napoli riparte da ciò che meglio identifica Antonio Conte: la difesa a tre, l’abito che ha segnato interi cicli vincenti tra Juventus, Chelsea, Nazionale e Inter. È il sistema su cui aveva lavorato per tutta l’estate 2024 e che ora diventa la chiave per rilanciare un progetto che rischiava di implodere sotto il peso degli infortuni e delle tensioni.
Contro l’Atalanta arriva la svolta: con Rrahmani e Buongiorno giocherà uno tra Beukema (favorito) e Juan Jesus. Una scelta quasi obbligata ma soprattutto strategica, perché blindare la difesa è il primo passo per tornare a sentirsi grandi. L’emergenza non concede alternative: senza Anguissa e senza De Bruyne — capocannonieri del Napoli in campionato con quattro gol a testa — il centrocampo ha perso fisicità, qualità, personalità. Tanto da rendere inevitabili aggiustamenti profondi.
Lo sfogo post Bologna aveva lasciato presagire scosse significative. E infatti la rivoluzione parte dalla struttura: difesa a tre, che può diventare anche a cinque, con Di Lorenzo e Miguel Gutierrez sulle corsie. Due terzini puri per garantire ampiezza, copertura e continuità di spinta. È il ritorno al Conte più riconoscibile: meno esperimenti, più solidità, più organizzazione. Anche senza la celebre BBC juventina, resta un sistema che gli appartiene e che ha più volte trasformato stagioni complicate in percorsi vincenti.
Politano paga, Di Lorenzo cambia ancora
Nella nuova veste tattica cambia anche il ruolo dei senatori. Quindici mesi fa Conte aveva provato Di Lorenzo come braccetto destro, inserito nella linea a tre durante le prime fasi del suo progetto tecnico. Oggi invece il capitano ritrova libertà di corsa e meno compiti difensivi. Una scelta che aiuta anche a tenere a bada Lookman, spesso devastante contro il Napoli.
Il sacrificato è Matteo Politano, uno degli instancabili dell’era Conte. Un uomo di corsa, applicazione e fedeltà alla causa. Ma anche lui ha bisogno di tirare il fiato: per questo l’allenatore lo immagina come arma da usare in corsa, quando gli spazi si aprono e la sua qualità può fare più male.
Lang e Neres, occasione da non fallire
C’è poi chi ha tutto da guadagnare dalla rivoluzione. Noa Lang, fin qui una delle grandi delusioni della rosa, torna al centro del progetto. L’olandese — reduce dalla qualificazione al Mondiale con la sua nazionale — ha avuto poco spazio e non ha inciso quando chiamato in causa. Oggi è l’occasione del riscatto, in coppia con Neres sulla trequarti, alle spalle di Hojlund.
Serve fantasia, strappi, capacità di saltare l’uomo e dare profondità: esattamente ciò che Lang e Neres promettono. I due sono diventati quasi inseparabili fuori dal campo; ora devono diventarlo anche dentro. Neres, che non segna dallo scorso 4 gennaio, è un altro giocatore da recuperare a tutti i costi. Conte ha scelto la via della fiducia, convinto che i suoi colpi possano riaccendere un attacco fermo da tre partite.
Solidità dietro, talento tra le linee, disciplina collettiva. Il Napoli prova così a rimettersi in moto, guardando al futuro con armi del passato. Perché il margine d’errore si è consumato: ora non si può più sbagliare.