Sin dalle prime battute dell’intervista, si capisce che Luka Modric ha deciso di aprire davvero il proprio cuore. Il fuoriclasse croato ripercorre l’intera parabola della sua carriera, dagli anni complicati dell’infanzia fino all’approdo in rossonero.
Gli inizi non furono affatto semplici per il futuro Pallone d’Oro. Il giovane Luka, né particolarmente alto né veloce, venne scartato dall’Hajduk Spalato, convinto che non avesse il fisico adatto: «Pensavano fossi troppo basso, volevano farmi fare esercizi per allungarmi. Ma io non ho mai perso fiducia». Così Modric scelse la Dinamo Zagabria, punto di partenza di una storia straordinaria. Da lì iniziò una carriera che lo portò prima al Tottenham, poi nel cuore dell’Europa calcistica.
Il passaggio alla Premier League nacque quasi da una frustrazione: «Ero arrabbiato perché i miei migliori amici, Corluka ed Eduardo, erano andati via. Io volevo restare, ma a gennaio vendettero altri compagni e allora pensai: “Che ci faccio ancora qui?”». Il club lo trattenne fino all’estate, poi arrivò la chiamata degli Spurs, dando il via a una nuova fase.
La rottura con il Tottenham e l’arrivo al Real Madrid
Dopo quattro stagioni brillanti a Londra, Modric sentiva il bisogno di un salto ulteriore. Il Chelsea bussò alla sua porta, ma il presidente Daniel Levy fu irremovibile: niente Blues. «Mi disse che l’unica squadra a cui mi avrebbe ceduto era il Real Madrid. Non pensavo fosse possibile che un club così potesse volermi».
E invece la chiamata arrivò, durante un ritiro della Croazia. «Ero incredulo. Nonostante la promessa, la trattativa fu complicata. Io potevo forse comportarmi meglio, ma avevo la parola di Levy e volevo che la rispettasse. Ero anche disposto a non giocare più pur di andar via».
Al Real, Modric ha scritto pagine eterne: «Se all’inizio mi avessero detto di scrivere tutto ciò che avrei voluto ottenere, avrei avuto paura di esagerare rispetto a ciò che poi ho realmente raggiunto. Non parlo solo di trofei, ma di essere rimasto in un club come questo per 13 anni».
Il rimpianto con il Real e il capitolo Milan
Nonostante tutto, il croato ammette un piccolo rimpianto: «Avrei voluto chiudere la carriera al Real Madrid. Non erano parole di circostanza: era il mio desiderio più sincero. Ma la vita non va sempre come previsto. Non mi pento di nulla: l’addio che ho ricevuto va oltre i miei sogni».
E adesso, il presente si chiama Milan, una scelta che Modric sente profondamente sua: «Dopo il Real, ovunque tu vada è un passo indietro, è inevitabile. Ma credo di essere arrivato in un club che per storia e reputazione è molto vicino al Real. È la situazione migliore che potessi immaginare».
Quasi un cerchio che si chiude: «Sono cresciuto con il calcio italiano, e il Milan era la mia squadra preferita. Quando pensavo a dove avrei voluto giocare se un giorno non fossi più stato al Real, il primo nome era sempre quello del Milan».