Negli ultimi mesi Milano ha scoperto un nuovo protagonista capace di cambiare il ritmo della squadra con la stessa naturalezza con cui per anni aveva illuminato il Bernabéu. Luka Modric, approdato al Milan alla soglia dei quarant’anni, non si è limitato a portare la propria esperienza: si è subito imposto come riferimento tecnico ed emotivo di un gruppo che lo ha accolto come un veterano destinato a lasciare il segno. Chi immaginava un campione venuto in Italia per una parentesi tranquilla ha dovuto ricredersi, perché il croato ha mostrato fin dalle prime apparizioni una condizione sorprendente e una fame ancora intatta.
In campo, Modric ha trovato in Massimiliano Allegri un allenatore pronto a dargli responsabilità centrali nello sviluppo del gioco. Fuori dal rettangolo verde, l’inserimento è stato altrettanto naturale, come conferma lui stesso descrivendo il nuovo ambiente con parole che trasmettono entusiasmo sincero: “La città è meravigliosa. Le persone mi hanno accolto in modo fenomenale, sia all’interno della squadra che fuori. I compagni di squadra, l’allenatore, i tifosi, tutto è davvero di alto livello. Si vede che il Milan è un grande club storico”. Per uno abituato a vivere al Real Madrid, non era scontato trovare subito un equilibrio emotivo così solido.
E proprio il distacco dai Blancos è stato per Modric un passaggio tutt’altro che leggero. Dopo aver conquistato tutto, dal Pallone d’Oro del 2018 alle innumerevoli vittorie con la camiseta blanca, il croato non nasconde quanto profondo sia stato quel legame: “Ho trascorso 13 anni, quasi metà della mia vita, praticamente in un club, in una città. È stato uno dei periodi più belli della mia vita”, racconta ad Arena Sport. Lasciare un contesto simile avrebbe potuto rappresentare un salto nel buio, ma Modric è convinto di aver trovato la destinazione perfetta per continuare a competere ai massimi livelli: “Dopo il Real, l’ho sempre detto, ovunque tu vada è un gradino più in basso, tutti i calciatori possono confermarvelo. Ma penso di essere arrivato in un club che per reputazione e storia è molto vicino al Real Madrid, è la situazione migliore che potesse capitarmi”.
Il rapporto con il Milan, però, non nasce oggi. È qualcosa che affonda le radici nella sua infanzia, nei pomeriggi passati davanti alla televisione a osservare il grande calcio italiano. Una passione che ora ha trovato compimento in una maglia indossata con orgoglio: “Amo il Milan e da bambino sono cresciuto con il calcio italiano. Era il club che adoravo di più. Quando si è presentata questa opzione, per me è stata quella giusta”.
Guardando indietro, Modric ripensa agli inizi, alle difficoltà legate a una struttura fisica lontana dai canoni del calcio moderno. Un tema che affronta senza esitazioni, con la consapevolezza di chi ha costruito una carriera straordinaria sfidando i pregiudizi: “Ho sempre avuto grande fiducia in me stesso, non mi sono mai preoccupato delle opinioni degli altri, perché la mia considerazione su me stesso non era quella. Il calcio non è solo forza e altezza, è molto di più tecnica, testa, sensibilità. La testa è la cosa più importante”.
In rossonero Modric ha trovato una nuova dimensione, ma soprattutto ha dimostrato che il tempo, per certi campioni, può rallentare quando la qualità rimane così luminosa.