In un Milan che i numeri hanno incoronato come il vero protagonista del mercato in Italia, la vera trasformazione riguarda il centrocampo. La rivoluzione targata Igli Tare ha risparmiato solo due elementi della scorsa stagione: Loftus-Cheek e Fofana, entrambi graditi ad Allegri e già protagonisti nelle prime sfide contro Cremonese e Lecce, con l’inglese andato anche a segno in Salento.
Hanno salutato Reijnders, Musah e Bondo, mentre quattro nuovi volti – Modric, Ricci, Jashari e Rabiot, colpo dell’ultimo minuto dal Marsiglia – hanno portato freschezza, qualità e esperienza per un investimento complessivo di circa 70 milioni. Il centrocampo, reparto nevralgico per garantire equilibrio e stabilità, era stato uno dei punti deboli nelle gestioni Fonseca e Conceiçao della passata stagione.
Ora molto passerà dall’esperienza di Modric, faro della nuova mediana rossonera, ma anche dalla capacità di Allegri di sfruttare le rotazioni e i cinque cambi a disposizione, sempre più strategici nel corso delle gare. Il tecnico livornese ha già tracciato la strada: il 3-5-2 sarà la base del nuovo Milan, con la possibilità di passare al 3-4-1-2 in corso d’opera per adattarsi alle situazioni di gioco.