Dodici anni dopo la sua ultima apparizione in un derby di Milano, Massimiliano Allegri torna a sedersi sulla panchina rossonera con un obiettivo chiaro: cancellare il ricordo amaro della sconfitta del dicembre 2013, quel 1-0 che anticipò il suo esonero meno di un mese più tardi. Durante la sosta, il tecnico ha avuto modo di riflettere a lungo sulle scelte da compiere e ha praticamente definito l’undici che affronterà l’Inter. L’unico dubbio resta sulla fascia sinistra, dove Bartesaghi sembra nettamente in vantaggio su Estupiñan. Davanti, invece, complici i problemi fisici di Gimenez, Allegri è pronto a rilanciare dopo oltre cento giorni la coppia d’attacco formata da Pulisic e Leao.
In realtà, però, la vera priorità del tecnico in queste settimane non è stata la fase offensiva, bensì la tenuta difensiva. Nelle ultime partite il reparto arretrato è apparso meno solido rispetto a quanto mostrato prima della pausa di ottobre, complice anche l’assenza di Rabiot, la cui capacità di schermare la difesa si è rivelata fondamentale. Affrontare i nerazzurri, miglior attacco del campionato, richiede un incremento dell’attenzione e soprattutto una maggiore percezione del pericolo. Per questo Allegri ha lavorato intensamente sul terzetto composto da Tomori, Pavlovic e Gabbia, che sarà presumibilmente quello titolare, oltre che sul resto dei difensori.
Uno dei temi principali trattati a Milanello è stato quello dei calci piazzati, da sempre un punto di forza dell’Inter di Chivu. Finora il Milan non ha ancora subito gol su situazione da fermo, ma contro avversari dotati sia di ottimi battitori sia di grandi saltatori, la difficoltà aumenta. Allegri ha quindi insistito sui meccanismi del sistema misto uomo-zona utilizzato da inizio stagione, chiedendo precisione e attenzione massima.
Non meno importante è stato il lavoro sulle corsie laterali, da cui l’Inter tende a far partire una grande quantità di cross. Le palle alte negli ultimi sedici metri hanno già creato problemi ai rossoneri, come visto contro Cremonese e Parma, e ridurre queste vulnerabilità è fondamentale.
Fermare completamente i nerazzurri sarà impossibile, ma limitarne l’efficacia è l’obiettivo. Allegri studia ogni dettaglio, con la speranza di prendersi una sorta di rivincita per quel derby deciso dal tacco di Palacio. A volte, la vendetta calcistica richiede tempo — e va servita fredda.
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