Nel calcio ci sono errori che pesano più di altri. Per il Milan, ancora una volta, il rigore è diventato un macigno difficile da spostare. Contro la Juventus, allo Stadium, il pallone calciato da Christian Pulisic dagli undici metri è terminato fuori, vanificando un’occasione d’oro per portare a casa tre punti preziosi. Un errore che si aggiunge a una lista ormai troppo lunga per essere considerata un semplice incidente di percorso. Il Milan ha infatti sbagliato cinque degli ultimi sette rigori calciati in Serie A: un dato che allarma, soprattutto se si considera l’importanza di ogni singolo punto in una corsa sempre più serrata per le posizioni di vertice.
Il Diavolo, insomma, continua a litigare col dischetto. E non è solo una sensazione: secondo i dati Opta, da inizio 2024 i rossoneri hanno fallito sette dei tredici rigori assegnati in campionato. Una percentuale del 54% che rappresenta il peggior dato tra tutte le squadre dei top cinque campionati europei. Un primato decisamente poco lusinghiero, che riporta alla mente i problemi della scorsa stagione, quando la confusione nella scelta dei rigoristi portò a esiti disastrosi, dentro e fuori dal campo.
Anche stavolta, le conseguenze si sono fatte sentire. Pulisic, al secondo errore personale con la maglia del Milan, ha mancato un’opportunità che avrebbe potuto cambiare l’esito della sfida contro la Juventus. “Gli avevo detto di non tirarlo di piatto”, ha sussurrato con rammarico Allegri in panchina, consapevole che i dettagli fanno la differenza, soprattutto in partite di questo livello. Ma il problema va oltre l’esecuzione tecnica. Si tratta di una questione mentale, di freddezza e responsabilità. Caratteristiche che non possono mancare in un gruppo che punta ad affermarsi tra le grandi.
Allegri e i suoi dovranno affrontare questo nodo con lucidità, cercando di evitare la spirale negativa che nella scorsa stagione aveva portato a un’altalena di rigoristi e a una gestione incerta di un aspetto tanto decisivo del gioco. Serve continuità nelle scelte, serve fiducia, ma soprattutto serve mettere in conto che i rigori, come i tiri liberi nel basket, possono diventare determinanti quando la posta in gioco si alza nei mesi decisivi.
Nonostante l’amarezza per l’occasione persa, c’è un aspetto che lascia spazio a un cauto ottimismo: il Milan visto a Torino ha mostrato segnali di solidità e maturità. La squadra ha tenuto bene il campo, ha mostrato compattezza e attenzione, ma è mancata nella concretezza negli ultimi metri. Oltre a Pulisic, anche Rafael Leao ha avuto la chance di segnare, ben due volte da distanza ravvicinata. Due errori sotto porta che, insieme al rigore sbagliato, hanno pesato quanto una zavorra sul risultato finale. Errori da non ripetere, soprattutto in un momento in cui il margine di crescita resta, ma la classifica non aspetta.
Per un Milan che cerca continuità e risultati, serve invertire la rotta anche dal dischetto. Perché, al netto delle prestazioni, sono i gol e i punti a fare la differenza. E regalare ancora rigori al vento, anche per un Diavolo, rischia di essere troppo anche per l’inferno della Serie A.
