Fallimento rossonero

Il Milan chiude la stagione davanti a un San Siro depresso

Vince il Milan 2-0 sul Monza ma i motivi per sorridere non esistono dopo una stagione fallimentare. Ora si riparte dal mercato

Il Milan chiude la stagione davanti a un San Siro depresso
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Tre anni fa il Milan festeggiava uno scudetto che sembrava l’inizio di un nuovo ciclo. Oggi, quello stesso traguardo pare appartenere a un’epoca lontana, molto lontana. In uno stadio privo di entusiasmo e carico di malinconia, i rossoneri battono il Monza 2-0 con i gol di Gabbia e Joao Felix, ma resta ben poco da celebrare. Il settimo posto in classifica — in attesa del risultato della Fiorentina — racconta di una stagione senza Europa e con troppi interrogativi. E dall’altra parte, il Monza saluta la Serie A dopo tre stagioni, congedandosi in silenzio. A Silvio Berlusconi, guardando questo epilogo, sarebbe sicuramente scesa più di una lacrima.

Anche la panchina rossonera aveva un sapore amaro: quella di Sergio Conceiçao, alla sua ultima apparizione, vissuta da dietro il vetro di uno sky box per via della squalifica. Un addio senza campo, senza pubblico, senza simboli.

La sfida tra Milan e Monza è andata in scena più come atto dovuto che come evento sportivo. Due squadre svuotate, due progetti da rifondare. Per entrambe sarà cruciale restituire significato alla prossima stagione, dopo mesi in cui quasi nulla ha funzionato. Il Milan ha mosso i primi passi, affidando a Igli Tare un ruolo chiave nell’area sportiva. L’ufficialità è attesa nei prossimi giorni, ma l’ex dirigente della Lazio è già operativo: lo ha confermato anche l’amministratore delegato Furlani nel prepartita, sottolineando come il lavoro da fare sia imponente.

Intanto, a San Siro, i tifosi si interrogano su chi resterà e chi saluterà. C’è stato spazio per un applauso sincero a Reijnders, premiato come miglior centrocampista del campionato. Sempre Furlani ha rassicurato sul fatto che non ci sarà la necessità di cedere un big, lasciando intendere che la permanenza dell’olandese dipenderà soprattutto dalle sue ambizioni.

In campo, Conceiçao ha scelto di non schierare né Hernandez né Leao, protagonisti di una stagione opaca e conclusa in tono minore. Fuori anche Camarda, inizialmente: un segnale difficile da interpretare, visto il poco da perdere in una gara così. L’attacco è toccato a Jovic, sostenuto da Pulisic e Joao Felix, mentre Nesta ha puntato su Keita e Caprari.

Nonostante tutto, la partita non è stata priva di contenuti. I ritmi estivi e la mancanza di pressione tattica hanno consentito qualche spunto interessante. I più brillanti tra i rossoneri sono stati Pulisic, Joao Felix e lo stesso Camarda, entrato a inizio ripresa e accolto da un’ovazione. Il giovane attaccante ha provato in tutti i modi a segnare: un tiro al volo neutralizzato da un fallo di mano, un destro uscito di poco, un altro terminato in curva. Nessun gol, ma tanti applausi.

Le reti sono arrivate entrambe nel secondo tempo: al 64’ Gabbia di testa su angolo di Chukwueze, e dieci minuti dopo una bella punizione di Joao Felix. Il Monza ha avuto il suo momento con Keita, autore di una prodezza rovinata da un fuorigioco di Kyriakopoulos.

Finisce così, in una San Siro più depressa che delusa, una stagione da dimenticare. Ma forse, nei sorrisi strappati da Camarda, si può intravedere l’embrione di qualcosa da cui ripartire.

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