Marotta: "Fallimento e Paratici-Milan? Leggende metropolitane"
Il presidente nerazzurro ha parlato anche della vittoria di Monaco, di Simone Inzaghi e della seconda squadra

Ospite dell’evento “Il Foglio a San Siro”, il presidente dell’Inter, Beppe Marotta, ha condiviso riflessioni sul suo nuovo ruolo e sul momento attuale del club nerazzurro. Il dirigente ha aperto l’intervista parlando del nuovo incarico.
Cosa cambia nell’essere presidente?
"Cambiano le responsabilità, cambia la prospettiva. Nella quotidianità faccio ancora molte delle cose di prima, ma il ruolo apicale implica un carico maggiore, anche simbolico. La mia carriera l’ho fatta da dirigente, ma ora essere presidente rappresenta una sfida ulteriore, soprattutto nei momenti sportivi cruciali. Vincere da presidente, forse, è ciò che consacra davvero una carriera strutturata".
Sulla transizione da Zhang a Oaktree, Marotta ha chiarito:
“Il passaggio ha portato un cambiamento nel modello di riferimento. Prima c’era un unico interlocutore, oggi un fondo composto da professionisti competenti. Lavoriamo in modo sinergico: la loro presenza è costante, anche se discreta, e ci dà sicurezza. Il principio della delega è fondamentale, ed è proprio ciò che distingue una buona governance aziendale.”
A proposito del recente successo contro il Bayern a Monaco, Marotta ha mantenuto un tono cauto
“Siamo felici di esserci fatti trovare pronti nelle competizioni che contano. Vincere a Monaco è stato importante, ma non significa aver vinto tutto. L’esperienza mi ha insegnato quanto rapidamente possano cambiare le sorti nel calcio. Adesso tocca a noi avere la mentalità giusta: siamo diventati i favoriti e dovremo dimostrarlo sul campo, a partire dalla prossima sfida con il Cagliari. Sulla carta è semplice, ma solo sulla carta.”
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— skysport (@SkySport) April 10, 2025
Parlando della difficoltà del calendario, Marotta ha sottolineato
“Ogni partita è una battaglia, anche quelle che sembrano semplici. Lo scontro diretto è importante, ma ogni gara nasconde insidie. Mancano sette giornate alla fine, e il Mondiale per club si aggiunge al carico. Sarà una novità, un onore rappresentare l’Italia, ma servirà gestire bene le energie. Si rischia di arrivare a disputare oltre 60 partite in una stagione, e le rose troppo corte non bastano più. Dobbiamo armonizzare meglio il calendario. Sono favorevole alla riduzione della Serie A da 20 a 18 squadre.”
Alla domanda sulla possibilità di una seconda squadra, Marotta è stato netto
“Ci sarà una seconda squadra dell’Inter, al 100%, salvo problemi nell’inserimento in Lega Pro. Giocheremo probabilmente al Brianteo di Monza e ci alleneremo a Interello. È un progetto importante per la sostenibilità e per ridurre il gap tra la prima squadra e l’U19. Già alla Juventus avevamo avviato questo percorso durante la mia gestione.”
Sulle voci relative alla solidità finanziaria del club, Marotta ha replicato con fermezza
“Non abbiamo mai rischiato il fallimento. Siamo una società con esposizione finanziaria sotto controllo, abbiamo un bond che gestiamo con attenzione, nessun debito con fornitori o banche. Paghiamo regolarmente il debito verso l’erario. Purtroppo in Italia c’è una cultura dell’invidia che porta a confondere difficoltà temporanee con mala gestione.”
Marotta ha smentito le voci su un suo presunto intervento per bloccare l’arrivo di Fabio Paratici al Milan
“Un’assurdità. Come potrei io influenzare le scelte di proprietà e dirigenza del Milan? Se Paratici andasse lì, sarei contento. Avere un rivale stimolante è uno stimolo in più.”
Infine, parole di stima per l’allenatore Simone Inzaghi
“Lo abbiamo preso al momento giusto. Stava per firmare con la Lazio, ma non lo aveva ancora fatto. È un professionista serio, giovane, preparato, e molto abile nella gestione del gruppo. In lui abbiamo trovato la persona giusta per continuare a crescere. Non faccio podi, ma siamo presenti su tutti i fronti e grazie alla Champions abbiamo anche ottenuto ricavi importanti. L’ambizione è vincere tutto: Champions, campionato e Coppa Italia. Se ci riusciremo, tanto meglio; se qualcun altro sarà più bravo, lo applaudirò.”