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Maifredi bacchetta Motta: "Pensava di essere un dio, invece..."

L'ex tecnico della Juventus duro su Thiago: "Tanti l'hanno paragonato a me, ma io trovai una situazione molto più complicata"

Maifredi bacchetta Motta: "Pensava di essere un dio, invece..."
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Molti hanno paragonato la breve esperienza di Thiago Motta alla Juve a quella di Gigi Maifredi, ma l’ex allenatore ci tiene a fare chiarezza: “Nel 1990 fui chiamato per rivoluzionare il concetto di un club e di una squadra, lui è arrivato per migliorare il gioco. Io ho affrontato ostacoli insormontabili; la squadra si è stretta attorno a Zoff appena ha saputo del mio imminente arrivo. Ho trovato un ambiente ostile e, dopo una trasferta contro la Samp, sono stato io a decidere di andarmene”. Maifredi, ora 77enne, non è tenero nei confronti di Motta nell’intervista a Libero: “Come me, anche Motta è arrivato a Torino pensando di essere il salvatore della patria, ma ha fatto i conti con la realtà, anche contro lo spogliatoio. Il suo errore è stato pensare di poter allenare la Juve come a Bologna: a Bologna, i giocatori si impegnano al massimo sperando di approdare in una big, mentre alla Juve sono già in top class, e vanno trattati come tali”.

Tuttavia, l’ex tecnico riconosce anche una sua attenuante per Motta: “La società non lo ha supportato, in particolare Giuntoli, che l’anno scorso non aveva aiutato nemmeno Allegri. Ha dimostrato di non essere un direttore sportivo, ma più un manager del calcio, e non è riuscito a risollevare una situazione che stava peggiorando”. Ora la Juve è stata affidata a Igor Tudor: “Un buon allenatore, ma credo che sarà solo un traghettatore. Sono convinto che la Juve stia preparando un grande colpo. Penso che Guardiola possa essere il prossimo. Ha un contratto con il City, ma ha sempre espresso il desiderio di allenare in Italia, e gli manca solo lo scudetto in Serie A. Credo consideri la Juve come l’eccellenza del nostro calcio, e finirà a Torino. Sarebbe come vedere Hamilton in Ferrari”. Maifredi immagina come sarebbe una Juve con Guardiola in panchina: “Sarebbe ancora più tecnica, con Koopmeiners al centro del gioco, e terrebbe Yildiz facendolo diventare un pilastro del suo sistema, così come Vlahovic. Inoltre, porterebbe con sé tre o quattro fedelissimi da Manchester, ma il club dovrà fare la sua parte per aiutarlo”.

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