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Leao-Allegri, il rapporto scricchiola: “Deve dare di più”

A Torino il tecnico ha rimproverato pubblicamente il portoghese dopo gli errori finali. Il Milan ora pretende continuità e carattere.

Leao-Allegri, il rapporto scricchiola: “Deve dare di più”

Il rapporto tra Rafael Leao e Massimiliano Allegri è diventato il barometro della stagione del Milan. A Torino, dopo il pareggio con la Juventus, il tecnico rossonero ha alzato la voce nello spogliatoio, rivolgendosi direttamente al suo numero 10 davanti a parte della squadra. Il messaggio è stato netto: “Devi dare di più”. Nessuna lite, ma un avvertimento pubblico a un talento che continua ad accendersi a intermittenza.

Già durante la gara le tensioni erano emerse chiaramente. Le telecamere di Dazn hanno colto Allegri dire a Leao un eloquente “Non mi fare inc…“, mentre nel finale l’allenatore ha reagito furiosamente ai due errori clamorosi del portoghese – prima il sinistro sbagliato da due metri, poi l’occasione sprecata su assist di Modric. Alla fine, Max ha sfogato la delusione davanti ai giocatori, sottolineando che l’intensità e la fame viste a Torino non bastano per giocare in questo Milan.

Non si tratta di una rottura, ma di un segnale forte. Allegri è diretto per natura, e ha sempre spinto i suoi giocatori al limite per tirarne fuori il meglio. Leao, al rientro dopo un mese e mezzo di stop per un problema al polpaccio, non può ancora essere giudicato al top della forma, ma il tema dell’approccio resta il vero punto critico della sua carriera. Troppo spesso alterna colpi da fuoriclasse a lunghe pause.

In nazionale, a Lisbona, il portoghese ha l’occasione per ritrovare serenità e concentrazione. “Spero si renda conto di poter competere con i più forti”, ha detto Rabiot, quasi da fratello maggiore. Parole che fotografano bene la situazione: Leao è una stella, ma rischia di restare incompiuto se non trova continuità.

Allegri lo sa, e per questo lo pungola. Nel nuovo 3-5-2 del Milan, dove Pulisic è intoccabile e Gimenez e Nkunku spingono forte, non c’è più spazio per il talento a metà servizio. Quel filo tra allenatore e campione è ancora saldo, ma teso. E stavolta, se si spezzasse, potrebbe cambiare il destino della stagione rossonera.