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Lazio, tensione alle stelle: tra Sarri e il club è (di nuovo) gelo

Divergenze su arbitri e mercato, comunicati incrociati e silenzi pesanti. L'allenatore accetta di restare fino a giugno, ma il futuro è più incerto che mai

Lazio, tensione alle stelle: tra Sarri e il club è (di nuovo) gelo

Le crepe sono diventate fenditure. Tra Maurizio Sarri e la Lazio la distanza cresce di giorno in giorno, e la sensazione è che si stia ormai scivolando verso una situazione da separati in casa. Le polemiche sulle decisioni arbitrali dopo la sconfitta con l’Inter hanno soltanto certificato una frattura che cova da tempo, alimentata da un mercato mai decollato e da prospettive sempre più confuse.

Il caso arbitri e il comunicato del club

Il tema del giorno è diventato il detonatore. Domenica sera, dopo il 2-0 subito contro l’Inter, Sarri non ha usato giri di parole:

«Premetto che avremmo perso comunque, ma certe decisioni di Manganiello non le ho capite. Il livello degli arbitri italiani è davvero basso. Forse è il momento di noleggiare fischietti stranieri», ha dichiarato il tecnico, scatenando un immediato terremoto interno.

Parole durissime, che hanno spinto la società biancoceleste a prendere pubblicamente le distanze con un comunicato ufficiale:

«Le considerazioni del tecnico vanno lette nel contesto post-partita, ma la Lazio tiene a sottolineare che il lavoro dell’arbitro non ha influito sul risultato e che la crescita dei giovani direttori di gara va sostenuta con equilibrio».

Una presa di posizione netta, quasi inedita nei rapporti tra club e allenatore, che di fatto ha sancito una linea di confine chiara: da un lato Sarri, sempre più insofferente, dall’altro la dirigenza che tenta di riportare ordine.

Il vero nodo: il mercato

Dietro la miccia delle polemiche arbitrali c’è però la questione più profonda: il mercato mancato.

Quando Sarri ha accettato di tornare sulla panchina della Lazio sapeva di non trovare la stessa squadra lasciata nel 2024, ma non immaginava un blocco totale agli acquisti.

Il tecnico ha ingoiato il rospo, confidando in un intervento a gennaio. Ma a oggi nulla lascia pensare che la società possa muoversi in quella direzione: la commissione FIGC che dovrà valutare lo sblocco è attesa solo tra fine novembre e inizio dicembre.

Le sue parole, sempre più amare, lo confermano:

«Faremo mercato a gennaio? Non lo so, chiedete alla società».

Una frecciata che ha irritato ancora una volta Lotito e i dirigenti, ma che fotografa lo stato delle cose.

Ultimatum soft

Con il passare delle settimane, Sarri ha iniziato a parlare al futuro con prudenza e rassegnazione:

«Accetterò tutto fino a giugno, perché l’ho promesso ai giocatori e ai tifosi. Poi si vedrà».

Un messaggio che sa di ultimatum silenzioso. L’allenatore non intende lasciare prima della fine della stagione, ma pretende chiarezza e garanzie per il dopo.

Prospettive incerte

Alla Lazio, intanto, regna un equilibrio fragile.

I rapporti tra la panchina e la dirigenza sono al minimo storico, mentre sul campo i risultati faticano a mascherare il malessere. Il club tenta di mantenere un profilo istituzionale, ma il rischio di un nuovo caso esplosivo è dietro l’angolo.

Sarri e la Lazio restano uniti solo dal contratto e dall’impegno reciproco fino a giugno.

Poi, come lo stesso tecnico ha ammesso, “si vedrà”. Ma a Formello, ormai, nessuno scommetterebbe su un futuro ancora insieme.