Le rivoluzioni, nel calcio, hanno bisogno di tempo e pazienza per diventare solide. E spesso devono fare i conti con ostacoli imprevisti: infortuni, equilibri da ritrovare, risultati che non sempre aiutano l’entusiasmo. È esattamente la situazione della Lazio, che dopo il brillante 3-0 di Genova aveva acceso qualche sogno, subito raffreddato dal rocambolesco pari interno con il Torino. Ma Maurizio Sarri non cambia rotta: il 4-3-3 è archiviato, avanti con il doppio centravanti e con un sistema che oscilla tra il 4-4-2 di Marassi e il 4-2-3-1 visto contro i granata.
Perché cambiare è servito. I numeri spiegano la scelta: nelle prime quattro giornate, tutte giocate con il vecchio modulo, la Lazio aveva segnato appena quattro reti (tutte contro il Verona) restando a secco nelle altre tre. Con il nuovo assetto, invece, sono arrivati sei gol in due partite, media tre a gara: un salto evidente in termini di pericolosità offensiva. Il problema è dall’altra parte del campo: il clean sheet di Genova è arrivato con qualche rischio, mentre col Torino i biancocelesti hanno incassato tre reti e Provedel ha dovuto superarsi più volte. Servirà trovare un equilibrio che oggi ancora manca.
Emergenza infortuni. Il percorso non sarà semplice: contro il Toro Sarri aveva già sette indisponibili, e la lista non si accorcia. Le notizie peggiori riguardano Nicolò Rovella e Mattia Zaccagni: il centrocampista dovrà con ogni probabilità operarsi per risolvere la pubalgia (stop di almeno 40 giorni), mentre il capitano biancoceleste rischia altrettanto dopo lo stiramento all’adduttore che sarà confermato dagli esami di oggi. Due assenze pesanti proprio nel momento in cui il nuovo assetto tattico avrebbe bisogno di continuità e scelte piene.
Avanti comunque. Sarri però non arretra. L’idea è chiara: la Lazio deve diventare più pericolosa davanti senza smarrire la solidità che aveva caratterizzato i suoi anni migliori. Il cambio di pelle è iniziato e, nonostante qualche passo falso, andrà avanti anche dopo la sosta. Servirà tempo, qualche aggiustamento e il recupero di uomini chiave, ma il tecnico ha deciso di non tornare indietro.
