Moise Kean, attaccante della Fiorentina, si racconta in un’intervista al numero di settembre di GQ Italia, parlando del suo momento personale e professionale. “La Fiorentina è riuscita a tirare fuori il meglio di me. In un periodo difficile, in cui mi sentivo come caduto in un buco nero, il club mi ha dato fiducia e supporto. Ho sentito subito il bisogno di ripagare questa accoglienza, di non deludere una squadra e una tifoseria che mi hanno fatto sentire importante fin da subito”, racconta il classe 2000.
Kean ripercorre anche i sacrifici fatti da giovanissimo per inseguire il sogno del calcio professionistico: “A 13 anni ho lasciato tutto: mia madre, la famiglia, gli amici, la mia realtà. È stata una scelta dura, un salto nel buio. Ma quando prendi quella strada, devi tornare indietro con qualcosa in mano, altrimenti non ha senso”.
Uno spazio importante dell’intervista è dedicato anche alla Nazionale italiana, alla quale è profondamente legato. “Indossare la maglia azzurra è un onore immenso. Ogni volta che scendo in campo provo un’emozione unica, è il sogno di quando ero bambino. Ricordo ancora il Mondiale del 2006: avevo sei anni, guardavo le partite in piazza con gli amici, con il ghiacciolo in mano. Ora tocca a me essere lì, con quella maglia addosso. È qualcosa che non si può spiegare”.
Guardando al presente, Kean parla così della nuova stagione: “Sono tornato a casa, e ho trovato un campionato cresciuto molto, soprattutto sul piano mentale e tattico. La Serie A è più competitiva, piena di giovani con grande fame. È stimolante giocare in un contesto così dinamico e in evoluzione”.
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