Per ritrovare continuità e ambizioni da vertice, il Milan ha bisogno dei suoi uomini migliori. Con Adrien Rabiot e Christian Pulisic in campo, la squadra ritrova armonia, equilibrio e concretezza: segna di più, subisce meno e gestisce meglio i momenti chiave delle partite. I numeri non mentono — con loro il rendimento è da Scudetto: media punti 2,6, nove gol segnati e uno solo incassato (su rigore, contro il Napoli). Senza di loro, la media scende a 1,8, con otto reti realizzate e sei subite.
Mentre Pulisic è tornato a farsi vedere contro il Parma, ancora lontano dalla miglior condizione ma in crescita, Rabiot continua a lavorare a Milanello per rientrare a pieno regime. La sua professionalità è totale: il francese trascorre ore al centro sportivo anche nei giorni di riposo, spesso da solo, con sessioni personalizzate e una concentrazione quasi ascetica. Ha scelto di vivere vicino a Varese, a pochi chilometri da Milanello, per rimanere sempre connesso al lavoro. Una scelta di tranquillità e dedizione: Adrien ama la discrezione, protegge la propria privacy e quella della famiglia, la madre-agente Veronique e i fratelli che spesso lo raggiungono in Italia.
La lesione al polpaccio sinistro rimediata a metà ottobre in nazionale lo ha fermato nel momento migliore. Per evitare equivoci con la Francia, Allegri e lo staff medico hanno preferito non rischiarlo: niente amichevole contro l’Entella, ma una settimana di lavoro mirato. L’obiettivo è uno: rientrare in gruppo martedì e puntare al derby. Prima dello stop, Rabiot aveva disputato cinque partite di fila da titolare, sempre per novanta minuti, dimostrando di essere una pedina imprescindibile.
Tatticamente è il perno perfetto accanto a Modric: sa palleggiare, spezzare le linee e inserirsi con tempismo. Ma oltre alla tecnica e alla corsa, il suo contributo più prezioso è la leadership. I 227 match con il PSG, i 56 con la Francia e le oltre 200 presenze con la Juventus raccontano di un giocatore maturo, abituato alle pressioni e alle grandi sfide.
Arrivato al Milan dopo un periodo difficile al Marsiglia, dove era finito fuori rosa, Adrien ha sorpreso tutti per rapidità d’inserimento e condizione atletica. In poche settimane si è preso la squadra, diventando un riferimento in mezzo al campo. L’infortunio ha interrotto un percorso in crescita, ma il Milan lo considera già parte del suo nuovo equilibrio.
E ora c’è l’Inter. Rabiot l’ha affrontata 13 volte in carriera, tutte con la maglia bianconera, con un bilancio negativo: quattro vittorie, tre pareggi e sei sconfitte. Un gol e un assist nei precedenti: numeri da riscrivere nel suo primo derby in rossonero. Perché per ritrovare se stesso e riportare il Milan a correre da grande, serve anche (e soprattutto) Adrien Rabiot.