Gimenez: "A Napoli ci sarò, i gol arriveranno"
El Bebote tranquillizza i tifosi in vista della trasferta del Maradona: "Al Feyenoord ho segnato tanto, è arrivato il momento di farlo anche qui"

Dopo aver trionfato con il Messico nella Nations League di Concacaf, Santiago Gimenez si racconta in un’intervista al Corriere della Sera, facendo una promessa ai tifosi del Milan: "I primi due mesi sono stati intensi, soprattutto fuori dal campo. Mi sono adattato alla nuova città e al nuovo ambiente. Ora voglio concentrarmi su ciò per cui sono qui: segnare e vincere". Nonostante il gol manchi da oltre un mese, l’attaccante è fiducioso: "I gol arriveranno. Ne sono certo. L’importante è che la squadra continui a vincere, come nelle ultime due partite. Se a segnare è Rafa (Leao), Christian (Pulisic) o un altro compagno, va bene lo stesso. Con il mister Conceicao stiamo lavorando duramente. Non siamo soddisfatti della classifica, ma il campionato non è finito". I tifosi si aspettano tanto da lui? “È un onore. San Siro è un’emozione indescrivibile, per chi non l’ha mai vissuto. So che si aspettano molto da me, ed è giusto, considerando la storia del club e i grandi centravanti che hanno giocato qui, come Ibrahimovic, Kakà, Ronaldinho. Al Feyenoord ho segnato tanti gol. Ora è il momento di iniziare a farli anche qui”.
Gimenez: "Il problema alla caviglia? Tutto a posto, sto bene. Sarà un’emozione pazzesca giocare nello stadio intitolato a Maradona"https://t.co/otcep5cI7Y
— MilanNews.it (@MilanNewsit) March 27, 2025
L’obiettivo è il quarto posto? “Sì, ci crediamo. Ma non dobbiamo concentrarci sulla classifica. Dobbiamo pensare partita per partita, come nella Coppa Italia. Non vedo l’ora di giocare il derby, sono impaziente. Ma ora pensiamo al Napoli, poi ci sarà l’Inter”. Al Maradona, Gimenez ci sarà nonostante il problema alla caviglia accusato con la Nazionale, anche se non è certo del posto da titolare: “Sto bene, tutto a posto. Domenica sarò a Napoli”. Sul suo rapporto con la religione, racconta: “Quando avevo 17 anni mi hanno diagnosticato una trombosi al braccio. Ho subito tre operazioni e sono stato fermo per sei mesi. A un certo punto, i medici mi dissero che, se l’ultimo esame non fosse andato bene, avrei dovuto smettere con il calcio. Fu in quel momento che Dio entrò nella mia vita. Ho pregato affinché il mio sogno di diventare calciatore non finisse. E tutto è andato per il meglio”. Su Instagram si definisce ‘Soldado de Cristo’: “C’è un passaggio nella Bibbia che parla dell’armatura di Dio: lo scudo della fede, l’elmo della salvezza, la spada dello Spirito che è la Parola di Dio. È un passo che amo molto. Sono qui per compiere il Suo volere, prima di tutto come uomo e poi come calciatore”.