De Laurentiis: "Bisogna cambiare il calcio, rischiamo di sparire"
Il presidente del Napoli lancia l'allarme dal palco del "Giffoni Film Festival": "I politici pensano che i presidenti siano miliardari, invece il 90% è in difficoltà"

In un’atmosfera da sogno come solo il Giffoni Film Festival sa creare, Aurelio De Laurentiis si prende la scena con la naturalezza del veterano del set. Sul palco del festival che da 55 anni celebra la creatività giovanile, il presidente del Napoli (e produttore cinematografico di lungo corso) si racconta senza filtri, in un mix di ironia, provocazione e lucida analisi. Davanti a una platea rapita di ragazzi tra i 18 e i 30 anni, De Laurentiis gioca in casa: parla la loro lingua, la contamina con lessico da imprenditore, da presidente, da uomo di spettacolo.
“Il calcio italiano è in crisi, ci vogliono più extracomunitari”
Non si risparmia, soprattutto quando il discorso scivola su uno dei suoi temi prediletti: il futuro del calcio italiano.
“Il nostro calcio è in crisi. I politici pensano che i presidenti siano miliardari, ma il 90% dei club è in difficoltà. E la Serie B è in coma”.
Nel mirino finisce anche la legge Bossi-Fini, ritenuta obsoleta:
“Ci impedisce di tesserare un numero adeguato di extracomunitari, a differenza di altri Paesi. Poi ci lamentiamo se giocano i 37enni e non i ventenni: ma come può crescere così la Nazionale?”
Stadio, centro sportivo e una Champions “possibile”
Impossibile non toccare il tema Napoli. Il presidente aggiorna la platea sul progetto stadio:
“Me lo immagino pronto tra tre anni”.
E anche sul centro sportivo, il percorso è tortuoso:
“Ho visitato 25 aree, ma ci sono sempre ostacoli. Dove non c’è sversamento, c’è acqua. Ora ho trovato un terreno interessante: 20 ettari, ma va studiata la logistica”.
Sullo scudetto, la sua visione resta imprenditoriale e orgogliosa:
“Noi lo abbiamo vinto con 100 dipendenti. Altrove ce ne sono 500-600. Ci siamo inventati produttori di noi stessi, vendiamo maglie online e in un giorno abbiamo incassato mezzo milione di euro”.
E sulla Champions League:
“Ci vuole fortuna, salute dei giocatori, calendario. Ma noi saremo sempre competitivi”.