Una Roma solida, furba e feroce, capace di restare in vetta mentre tutti intorno inciampano. A Firenze ha vinto ancora e, soprattutto, ha mostrato un volto pragmatico, plasmato da un allenatore che sa leggere il momento e piegare le proprie idee alle necessità della squadra. Gian Piero Gasperini è diventato un falegname: lima, incolla, pialla e adatta pezzo per pezzo un gruppo che non ha un vero centravanti di riferimento, che spesso deve arrangiarsi con soluzioni improvvisate ma efficaci.
Il sorriso largo con cui ha lasciato la sala stampa del Franchi racconta più di mille parole. Prima di uscire, il tecnico ha strappato una battuta rivolta ai giornalisti: «Oh, stavolta sono stato benissimo, dietro quella panchina c’era gente educatissima, non la cambio più, ridatemi quella la prossima volta». Una frase leggera che spiega bene il clima: il suo gruppo ha retto l’urto di un’altra partita sporca e se n’è andato con tre punti pesantissimi e un primato che comincia a pesare.
Gasperini non ha il motore offensivo di un tempo e se l’è inventato. Ha adattato Dybala da falso nove — «solo perché Ferguson non stava bene», ha spiegato — e ha chiuso la gara con sei centrocampisti, alzando Pellegrini ed El Aynaoui per schermare e ripartire. Ha capito che non è un peccato aggiornare l’eredità di Ranieri, anzi: intorno a quella ha costruito una Roma più concreta e matura.
«Gli episodi sono stati casuali, ma abbiamo controllato bene la partita» ha spiegato nel dopogara. Poi, sul primato: «Qualcuno non ci dà ancora credito per stare lassù, ma stiamo migliorando la qualità di gioco. Siamo efficaci quando la gara si apre, dobbiamo crescere contro chi si chiude, ma la squadra ha personalità: anche in svantaggio restiamo fedeli al nostro modo di stare in campo».
Ecco la chiave: una Roma consapevole, che sa soffrire, adattarsi e trasformare ogni difficoltà in risorsa. Gasp non smette di lavorare di scalpello e pialla: passo dopo passo sta modellando una squadra solida e convinta, capace di restare aggrappata al vertice e zittire chi ancora non la considera davvero da scudetto.
