L’estate di Hakan Calhanoglu è stata un lungo tormento. Dalle parole di Giuseppe Marotta dopo Fluminense-Inter ai continui rumors sul ritorno in patria, il numero 20 nerazzurro ha vissuto mesi di incertezze e trattative mai sbocciate del tutto. Il Galatasaray, spinto dalla volontà del giocatore e dalle dichiarazioni del proprio allenatore, ha provato fino all’ultimo giorno di mercato a riportarlo a Istanbul, ma senza successo.
Archiviata la parentesi estiva, il turco è tornato in campo con l’Inter dopo la squalifica contro il Torino, ma la prestazione con l’Udinese ha lasciato più di una perplessità: Calhanoglu è apparso fuori ritmo, scollegato dal resto della squadra e in difficoltà fisica contro la fisicità dei friulani. Un campanello d’allarme che ha trovato eco anche in nazionale, dove il capitano turco è stato tra i peggiori nella pesante sconfitta per 0-6 contro la Spagna.
Se Vincenzo Montella non può rinunciare al suo leader, all’Inter le certezze vacillano. Cristian Chivu ha mandato un messaggio chiaro al gruppo storico, schierando Petar Sucic titolare al posto di Mkhitaryan e dimostrando che nessuno è immune alle scelte tecniche. La società, con un mercato mirato, ha fornito alternative di spessore: Zielinski, già brillante con la Polonia, Frattesi pronto a inserirsi più vicino alla porta, l’eclettico Barella, senza dimenticare Andy Diouf, colpo da 25 milioni dal Lens, unico mancino del reparto e già in gol nell’amichevole contro il Padova.
Inoltre, la flessibilità tattica del tecnico romeno apre nuovi scenari. Non solo il 3-5-2, ma anche una mediana a due, dove un playmaker puro potrebbe non essere indispensabile. In quel caso, Calhanoglu rischierebbe di diventare una pedina sacrificabile in un mosaico sempre più ricco di soluzioni.
Il turco oggi è atteso ad Appiano per riprendere gli allenamenti: la settimana che porta alla super sfida con la Juventus sarà un banco di prova cruciale. Le risposte che darà in campo decideranno se resterà il faro insostituibile dell’Inter o se Chivu dovrà davvero iniziare a pensare a un’Inter senza Calha.