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Atalanta-Gasperini, fine di un'era? La Roma in agguato

Il corteggiamento dei giallorossi si fa sempre più concreto: il tecnico sempre più vicino a lasciare la Dea

Atalanta-Gasperini, fine di un'era? La Roma in agguato
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Atalanta-Gasperini, fine di un’era? Dopo nove anni, in cui la Dea è passata da outsider provinciale a potenza europea, il rapporto con il tecnico sembra davvero giunto al capolinea. Quella di ieri a Zingonia non è stata un confronto per pianificare il futuro, ma un momento di presa di coscienza condivisa: il ciclo è finito, e ora si guarda altrove.

 

Verso la fine: la scelta è di Gasperini

 

Il tecnico ha manifestato chiaramente l’intenzione di prendere in considerazione nuove opportunità, vedendo nel distacco con l’Atalanta non una rottura traumatica, ma una chance di ripartenza per entrambe le parti. La società, rappresentata da Antonio e Luca Percassi e dal d.s. Tony D’Amico, ha preso atto di una decisione ormai maturata. Steve Pagliuca, azionista di maggioranza, è arrivato solo a incontro finito, dettaglio non casuale: il cuore del confronto è rimasto nelle mani italiane, come lo è sempre stato il legame tra Gasp e la proprietà storica.

 

Un addio sereno, ma inevitabile

 

Nessuna tensione, ma tanta consapevolezza. Il rapporto con l’Atalanta, seppur logorato da divergenze e pressioni, si è chiuso (o si chiuderà) in armonia. Non si è parlato di contratti o mercato: l’allenatore era già “oltre”, già con la mente proiettata su ciò che potrebbe venire dopo. E che ha un nome chiaro: la Roma.

 

Roma in pole, ma serve una certezza

 

Il club giallorosso è la prima opzione concreta. I contatti ci sono, la proposta è seria, e soprattutto è un progetto in cui Gasperini potrebbe ritrovare stimoli nuovi e libertà operativa, forse più di quanto avesse a Bergamo negli ultimi anni. Tuttavia, l’accordo non è ancora chiuso: Gasperini vuole garanzie e tempo per valutare. La decisione definitiva arriverà entro sabato. In caso contrario, si profilerebbero due sole alternative: restare per un altro anno (opzione difficile, anche per l’Atalanta) o risolvere il contratto, lasciando il club libero di guardare avanti.

 

Atalanta: caccia al successore

 

Il problema è il fattore tempo. Fino a ieri, l’addio di Gasp era imprevedibile nei modi e nei tempi, e ora serve un nuovo allenatore in tempi brevissimi. Tra le ipotesi, Thiago Motta è la prima voce circolata: un profilo in linea, giovane ma con idee già forti e compatibili con la “scuola Gasperini”. Un allievo, in un certo senso. Ma la dirigenza dovrà muoversi in fretta per non perdere terreno nella programmazione della prossima stagione.

 

I segnali del logoramento

 

La rottura, seppur dolce, affonda le radici in una serie di incrinature crescenti:

  • Rinnovo contrattuale forzato e poco convinto la scorsa estate;
  • Divergenze su mercato e gestione di alcuni casi spinosi (su tutti, Lookman);
  • Pressioni eccessive legate all’ingresso degli americani e alla necessità di restare sempre su livelli Champions.

 

Gasperini, lucidamente, ha capito di non poter garantire quel livello ogni anno, e di non voler più farlo a ogni costo.

 

Fine di un’era

 

Con Gasperini, l’Atalanta ha toccato vette che mai avrebbe immaginato: tre qualificazioni in Champions, una finale europea vinta (Europa League 2024), una nuova identità calcistica e un salto strutturale clamoroso. Ma ogni ciclo ha una fine, e il momento sembra arrivato. Ora serve solo una conferma formale. Ma lo scenario è chiaro: l’Atalanta del futuro ripartirà senza il suo profeta. E il Gasp, dopo aver cambiato la storia a Bergamo, è pronto per una nuova sfida, magari all’Olimpico.

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