Scandalo scommesse

Scommesse, Fagioli: "Vlahovic pagò 100 mila euro per aiutarmi"

Dai verbali emergono nuovi inquietanti dettagli sullo scandalo, con coinvolgimento di tanti nomi pesanti

Scommesse, Fagioli: "Vlahovic pagò 100 mila euro per aiutarmi"
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Scommesse, ci risiamo. Emergono nuovi dettagli sullo scandalo che ha travolto il mondo del calcio italiano. Al centro, ancora una volta, Nicolò Fagioli, che lo scorso 24 aprile è stato ascoltato dai PM di Milano. Il centrocampista, attualmente alla Fiorentina, ha ricostruito davanti agli inquirenti il drammatico momento in cui si è ritrovato sommerso dai debiti per via delle scommesse.

Vlahovic, che era un mio caro amico quando giocavamo insieme alla Juventus, mi ha aiutato versando 100mila euro per coprire i miei debiti – ha raccontato Fagioli – senza acquistare nulla in cambio”. Un gesto importante, che mostra quanto il peso del problema fosse ormai diventato insostenibile.

Ma non è stato l’unico a tendere una mano: “Ho chiesto aiuto anche a Gatti, Dragusin e altri. Dicevo loro di fare un bonifico per me a ‘Elysium’, dicendo che ci avrebbero guadagnato qualcosa, ma in realtà erano soldi che rimettevo io. Promettevo di restituirli dopo qualche mese”.

Alla domanda dei magistrati su eventuali debiti residui, Fagioli ha risposto: “Al momento degli interrogatori a Torino dovevo ancora tra i 400 e i 500mila euro. Dopo quell’incontro, nessuno mi ha più chiesto nulla”.

Il giocatore ha poi voluto chiarire una delle accuse mosse dalla Procura: “Non ero io ad adescare i compagni. Erano loro a chiedermi come giocare e io giravo il contatto di De Giacomo. Non ho mai guadagnato nulla, solo una volta ho ricevuto un bonus da 5mila euro quando diedi il contatto a Raoul Bellanova”.

Ed è proprio Bellanova a finire in un altro inquietante episodio. L’esterno, secondo l’ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari Tommaso De Giacomo e altri quattro, sarebbe stato minacciato con insistenza per saldare un debito di scommesse legato a un account condiviso proprio con Fagioli. L’episodio lo avrebbe mandato nel panico, come testimoniato da una chat intercorsa con lo stesso centrocampista.

Nell’inchiesta compare anche il nome di Alessandro Florenzi. Il difensore del Milan, ascoltato anche lui a fine aprile, ha ammesso: “Mi ero autoescluso perché stavo esagerando, ma dopo un grave infortunio ci sono ricaduto. Chiedevo a Sandro Tonali quanto volevo giocare, e quando perdevo, lui mi mandava la fattura da saldare”.

Il quadro che emerge è sempre più inquietante. Un intreccio di debiti, pressioni e dipendenze, che coinvolge nomi pesanti del calcio italiano. E che ora rischia di avere pesanti ripercussioni anche a livello sportivo e giudiziario.

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