Le parole

Parla Sarri: "La Juventus la squadra più difficile da allenare"

Maurizio Sarri ha parlato per la prima volta dal suo ritorno alla Lazio

Parla Sarri: "La Juventus la squadra più difficile da allenare"
Pubblicato:

Parole sincere, dense, mai banali. Come spesso accade quando Maurizio Sarri si concede, lontano dai riflettori delle grandi città. Stavolta è successo a Castiglione della Pescaia, durante il consueto “clinic” estivo che il tecnico toscano organizza ogni anno al Valletta Beach Club. Di fronte a una platea di addetti ai lavori e appassionati, l’ex allenatore di Napoli, Juve e Chelsea ha scelto di aprirsi. Prima di parlare di campo, un passaggio intimo, personale:

“Ho attraversato un momento molto difficile in questo anno dal punto di vista personale, il calcio per qualche mese è passato in secondo piano”.

È stato il preambolo a un racconto che ha toccato diversi capitoli della sua carriera, incluso quello che lo ha riportato alla guida della Lazio. Un ritorno maturato, secondo le sue stesse parole, ancor prima che la panchina della Fiorentina diventasse un’opzione possibile:

“C’è stato un contatto blando, ma avevo già firmato con la Lazio. Ho avuto un sostegno straordinario e commovente dalla tifoseria della Fiorentina, sarò sempre riconoscente di questo”.

A proposito di Lazio, Sarri ha affrontato anche alcuni nodi tecnici, concentrandosi su tre calciatori chiave in vista della prossima stagione. Uno è Nuno Tavares, terzino portoghese ex Arsenal:

“È forte ma anarchico. L’unica incognita sarà riuscire a inquadrarlo, ma se ci riusciamo diventerà fortissimo”.

Su Guendouzi, arrivato con grandi aspettative e già centrale nel progetto, ha aggiunto:

“È un animale contagioso per chiunque giochi al suo fianco. Ha bisogno del guinzaglio, non riesce mai a fermarsi al 100%, deve sempre andare oltre”.

Infine, ha speso parole importanti anche per Rovella, su cui aveva già espresso giudizi positivi in passato:

“Avevo detto che gli servivano 50 partite da vertice basso per diventare un top. Gli manca ancora un po’ di palleggio, ma è molto forte”.

Impossibile, durante un confronto così ampio, non parlare anche del panorama internazionale. Sarri ha infatti elogiato il percorso del Paris Saint-Germain, vincitore della Champions League 2024:

“Hanno dato una lezione al mondo. Hanno mandato via i top player, abbassato il monte ingaggi puntando su giocatori giovanissimi. Hanno avuto coraggio e sono riusciti a vincere dove Messi e Neymar non avevano vinto”.

Poi un passaggio obbligato sulla sua controversa avventura alla Juventus, chiusa con uno scudetto ma senza serenità:

“È stata la squadra più difficile da allenare, era asimmetrica. Abbiamo vinto grazie alla freschezza di giocatori come Bentancur. Abbiamo sempre fatto la corsa sull’Inter. La Lazio, dopo la pausa Covid, non aveva la rosa per tenere il passo giocando ogni tre giorni”.

In chiusura, una riflessione sulla crisi della Nazionale italiana, che stona rispetto all’andamento dei club in Europa:

“Due anni fa eravamo secondi nel ranking UEFA, oggi terzi, eppure la Nazionale ha problemi incredibili. C’è chiaramente qualcosa che non funziona, una disconnessione tra il valore dei club e il rendimento dell’Italia”.

Infine, un pensiero affettuoso per Rino Gattuso, ora alla guida degli Azzurri:

“Gli sono affezionatissimo. Gli dico solo di essere sé stesso, anche da commissario tecnico. Non deve cedere ad alcun compromesso su quello che è il suo modo di fare calcio”.