San Siro: l’inchiesta sull’urbanistica minaccia l’intesa con i club
Il Tar respinge la sospensiva, ma l’indagine della Procura di Milano rischia di bloccare il progetto del nuovo stadio

Sembrava fatta, o quasi. Dopo il pronunciamento del Tar della Lombardia, che proprio ieri ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata dal Comitato Si Meazza in merito al vincolo sul secondo anello, Inter e Milan avevano intravisto una via libera per l’acquisto dell’area del Meazza e la realizzazione del nuovo stadio. Ma poche ore dopo, un nuovo scossone ha ribaltato lo scenario, gettando nuovamente ombre e incertezze sul progetto.
L’INCHIESTA: TANCREDI E MARINONI NEL MIRINO
Il colpo di scena arriva dalla Procura di Milano, che ha richiesto sei misure cautelari nell’ambito di una vasta inchiesta sull’urbanistica. Tra i nomi coinvolti figura Giancarlo Tancredi, assessore all’Urbanistica del Comune, per il quale è stata chiesta la misura degli arresti domiciliari. L’indagine, però, tocca anche San Siro. Nei documenti dei PM, riportati da Il Fatto Quotidiano, si parla infatti del coinvolgimento di Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione Paesaggio, accusato di conflitto di interessi per i suoi rapporti con la società J+S di Pella.
J+S, nota per aver curato i progetti di Cagliari e Atalanta, è parte attiva anche nel team di progettazione del nuovo San Siro, nonché protagonista della riqualificazione delle ex Scuderie de Montel, a pochi passi dallo stadio. Marinoni avrebbe agito con la presunta copertura dello stesso Tancredi, già coinvolto nel progetto San Siro dal 2021. Secondo Il Manifesto, tutto ciò era noto all’interno della Commissione, ma ignorato per convenienza.
IL RISCHIO: STOP AL CALENDARIO DI SALA
Il cronoprogramma pensato dal sindaco Giuseppe Sala era chiaro e ambizioso: intesa con Inter e Milan sul prezzo di 197 milioni di euro, passaggio della delibera in giunta il 21 luglio, approdo in Consiglio comunale entro fine mese per chiudere tutto entro il 31 luglio. Ora, però, il terremoto giudiziario rischia di stravolgere le tempistiche e, forse, l’intero impianto dell’accordo.
Se la situazione dovesse degenerare, è facile immaginare un congelamento delle procedure, in attesa che la magistratura faccia chiarezza. Uno stallo che potrebbe spingere nuovamente i due club a percorrere vie alternative, come già tentato nei mesi scorsi: San Donato per il Milan, Rozzano per l’Inter.
UNA CORSA CONTRO IL TEMPO… E LA GIUSTIZIA
Il destino del nuovo San Siro, quindi, è ancora tutto da scrivere. La battaglia legale in sede di Tar non è finita, la trattativa economica con il Comune è ancora fragile, e adesso si aggiunge un’indagine che rischia di travolgere tutto. Sala, Inter e Milan speravano di poter chiudere in tempi rapidi, ma ora il rischio è di rimanere impantanati in un ginepraio di sospetti, rinvii e nuovi vincoli.