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San Siro, doppia svolta: via libera del TAR e intesa sul prezzo

L'accordo di vendita con Inter e Milan è più vicino, dopo che il Tar ha respinto ricorso del Comitato “Sì Meazza”.

San Siro, doppia svolta: via libera del TAR e intesa sul prezzo
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Il progetto del nuovo stadio di San Siro oggi appare decisamente più vicino alla realtà. Il mercoledì di metà luglio che avrebbe potuto segnare una battuta d’arresto decisiva per Milan e Inter si è invece trasformato in una giornata di svolte positive per il futuro del Meazza.

TAR: vincolo architettonico non ancora attivo

La prima notizia arriva dal fronte giudiziario. Il TAR della Lombardia ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dal “Comitato Sì Meazza”, che contestava la vendita dello stadio e delle aree circostanti. Il nodo del contendere era la presunta attivazione anticipata del vincolo storico-architettonico sul secondo anello dell’impianto: secondo il Comitato, il vincolo sarebbe già in vigore, rendendo impossibile ogni intervento di demolizione. I giudici, però, hanno dato ragione al Comune, confermando la validità della data indicata dalla Soprintendenza: 10 novembre 2025.

“Le valutazioni espresse nel parere preliminare della competente Soprintendenza non appaiono implausibili”, si legge nella pronuncia.

Una decisione che mantiene in vita il piano dei due club, fondato sull’acquisizione dell’area, l’abbattimento quasi totale dello stadio attuale e la costruzione di un nuovo impianto adiacente.

Le incognite giudiziarie restano

Il fronte legale, però, non è ancora chiuso. Come ha ricordato Luigi Corbani, presidente del Comitato, il caso resta aperto su più tavoli: TAR, Corte dei Conti, Procura della Repubblica e Anac. E lo stesso Comitato è pronto a rilanciare, puntando sul possibile riconoscimento di un vincolo già esistente sulla tribuna Ovest, definita “archivio esposto” in un parere del 2023 per la presenza di targhe e epigrafi storiche.

Accordo raggiunto sul prezzo: 197 milioni

La seconda svolta riguarda i rapporti tra le società calcistiche e il Comune di Milano. Dopo mesi di tensioni e trattative complesse, Inter, Milan e Palazzo Marino avrebbero finalmente trovato una quadra sul valore dell’operazione: 197 milioni di euro, cifra indicata dall’Agenzia delle Entrate. L’accordo prevede anche la compartecipazione del Comune ad alcuni costi, in particolare quelli legati a bonifiche e smaltimenti.

Un’intesa strategica per evitare la fuga delle squadre: il Milan, in particolare, ha già avanzato un progetto a San Donato, e il rischio che San Siro restasse una cattedrale vuota usata solo per i concerti era concreto. Anche per questo si accelera, pur con prudenza: la bozza di contratto includerà quasi certamente una clausola di salvaguardia, che annullerebbe la vendita nel caso in cui un tribunale dovesse in futuro stabilire che il vincolo è già in vigore.

Obiettivo: un nuovo stadio, condiviso e in città

L’interesse a procedere è evidente. Milan e Inter vogliono uno stadio moderno in città e possibilmente condiviso, per abbattere i costi. Il Comune, dal canto suo, ha tutto l’interesse a mantenere le squadre a Milano, evitando di perdere un polo calcistico e lasciando che il vecchio Meazza si trasformi in un simbolo improduttivo.

Le prossime settimane saranno decisive. Ma oggi, il futuro del nuovo San Siro è meno incerto. E le parti coinvolte iniziano, finalmente, a camminare nella stessa direzione.