Nel momento forse più maturo della sua carriera, Christian Pulisic si racconta con sincerità a Cbs Sports, lasciando emergere ambizioni personali, obiettivi di squadra e un rapporto ormai profondo con il Milan. L’attaccante statunitense vive una fase in cui corpo e mente sembrano viaggiare in perfetta sintonia, un equilibrio che lui stesso descrive con la consapevolezza di chi ha trovato la dimensione giusta. “Sono in una buona età, probabilmente nel momento migliore fisicamente – le parole dell’attaccante statunitense –. Ho imparato tanto, dico sempre che spero che il mio prime sia la prossima stagione perché questo è sempre il mio obiettivo, ma se questo è il mio prime, voglio godermelo. Sicuramente sento che sto attraversando il mio miglior momento nel calcio”.
Naturale, dunque, che lo scudetto venga indicato come un traguardo imprescindibile. Pulisic lo affronta con equilibrio, senza pressioni eccessive: “Se non vincerlo renderebbe la nostra stagione negativa? È il nostro obiettivo, sicuramente, ma non voglio vederla dal lato negativo, pensando come sarà se non vinceremo. Faremo del nostro meglio e verremmo giudicati partita dopo partita. Ci sono state stagioni in cui non ho vinto niente, ma abbiamo fatto tante cose belle. Certo quando vinci quel trofeo non c’è nulla di paragonabile, vuol dire che il tuo lavoro viene ripagato”.
Il rientro in campo a Parma dopo tre settimane di stop ha chiuso una parentesi complicata, anche psicologicamente. Pulisic non nasconde le difficoltà vissute durante l’infortunio. “Quando succede è così frustrante… Ti vengono in mente tutti quei pensieri: ‘Perché proprio adesso’? Le cose andavano così bene all’inizio della stagione… Per fortuna non credo sia la cosa peggiore che potesse capitarmi. Sono stato fuori un paio di settimane e ora sono già tornato, quindi sono fortunato che non sia andata peggio di così, cerco di vederla da una prospettiva positiva… È davvero dura, e poi sei lì sul lettino del fisioterapista a guardare la tua squadra che si allena… È una situazione difficile, ma penso che sia proprio quella sensazione a spingerti a voler tornare il più velocemente possibile. È stata dura, ma ora sono tornato e mi sento molto meglio”.
Proprio per questo ha deciso di non rispondere alla convocazione della nazionale statunitense. “Non credo fosse giusto per me andare in nazionale e giocare lì la mia prima partita dopo l’infortunio. Voglio solo assicurarmi di avere il tempo giusto per prendermi cura di me stesso e controllare che il mio bicipite femorale stia bene… Quindi penso che sia stata la decisione migliore per tutti in questo momento”.
Il rapporto con lo spogliatoio rossonero è ormai solido, anche se Pulisic si definisce un leader silenzioso: “Non mi faccio sentire molto a parole, sono riservato e silenzioso. Però sono cresciuto in carriera anche sotto questo punto di vista e non ho paura di dire la mia”. E proprio nello spogliatoio è arrivato l’aneddoto più curioso, quando Luka Modric ha regalato un iPhone ai nuovi compagni: “Non sapevo che fosse uscita questa cosa. Non so se io debba confermarlo, ma sì (ride, ndr)… E poi non si dice no a nuovi iPhone (ride ancora, ndr)”.
Il suo rito di iniziazione è stato invece decisamente meno glamour: “È stato imbarazzante. Ho cantato ‘Party in the USA’ di Miley Cyrus perché pensavo fosse adatta. È stato il peggior momento nel mondo. Lo ho odiato, ho visto persone così a disagio…”.
Pulisic si dice affascinato dall’Italia, dal cibo e dalla vita quotidiana: “Mi piace, mi piace la cultura italiana… Se batte Londra? Sicuramente…”. Guardando avanti, non ha ancora deciso cosa farà lontano dal campo: “Ci ho pensato, ma non so cosa farò… A oggi vedo davanti a me ancora una decina di anni di carriera. Voglio andare avanti il più a lungo possibile. Poi ora vedo Modric nello spogliatoio: questo ragazzo ha 40 anni e fa prestazioni da 10. Mi chiedo come faccia e spero di fare come lui”.
Pulisic sorride, sogna e corre. E il Milan conta su di lui per farlo ancora a lungo.