Kean, Gudmundsson, Dzeko: quanta scelta per Pioli
Pioli potrà contare su un parco attaccanti ben assortito: dalla potenza di Kean alla fantasia dell'islandese fino all'esperienza di Dzeko.

Nel caldo dell’estate e tra l’entusiasmo crescente del Viola Park, la nuova Fiorentina comincia a prendere forma. Tra le mani di Stefano Pioli, tornato a guidare la squadra dopo cinque anni, ci sono tre giocatori molto diversi tra loro per età, storia e stile di gioco, ma uniti da un’unica missione: portare in alto la Viola. Edin Dzeko, Moise Kean e Albert Gudmundsson sono le punte su cui si fonderà il nuovo volto offensivo della Fiorentina. Per tutti e tre, il presente parla di motivazioni altissime e prospettive da grande occasione.
Il primo ad arrivare è stato Dzeko, accolto come un leader naturale, carico di esperienza e voglia di incidere ancora nel nostro campionato. Poi c’è Kean, che sembrava sul piede di partenza ma ora si avvicina sempre più alla permanenza, complice la scadenza della clausola rescissoria da 52 milioni. Infine Gudmundsson, che ha scelto Firenze per confermarsi dopo le brillanti stagioni al Genoa. La società crede fortemente in questo trio, tanto da aver già iniziato a modellare una rosa e un impianto tattico che possano valorizzarli insieme.
Pioli, in questi primi giorni di lavoro, ha mostrato una chiara predisposizione a ripartire da una difesa a tre, con l’idea di un 3-4-1-2 capace di tenere tutti e tre gli attaccanti contemporaneamente in campo. In questo schema, Gudmundsson agirebbe tra le linee, alle spalle della coppia Dzeko-Kean. Un impianto offensivo ricco di talento, che all’occorrenza potrebbe virare verso un modulo più fluido, con due trequartisti alle spalle dell’unica punta, liberando Kean da alcuni compiti di raccordo che ne avevano limitato l’esplosività nella scorsa stagione.
Il 3-5-2 resta un’alternativa credibile, soprattutto se si dovesse optare per una rotazione tra i tre. In questo senso, l’esperienza vissuta da Dzeko al Fenerbahce può tornare utile: quando José Mourinho è passato a un modulo simile, il bosniaco ha condiviso l’attacco con En-Nesyri, attaccante diverso da Kean ma simile per struttura fisica. Un contesto tattico che potrebbe rilanciare anche Moise, liberandolo dal peso di fare tutto da solo là davanti.
Il campo, anche se solo nei primi allenamenti a ranghi ridotti, ha già iniziato a offrire qualche spunto. Ieri si è notata la diversa interpretazione del ruolo tra Kean e Dzeko, con Gudmundsson che, come possibile variante, può agire da rifinitore dietro uno dei due. L’islandese, intanto, ha già mostrato grande entusiasmo per la nuova avventura e per i suoi compagni d’attacco: "Kean è fortissimo, velocissimo e mi ha reso la vita facile. Non vedo l’ora di tornare a giocare con lui così come di stare in campo con Dzeko che ha fiuto del gol, esperienza e un’energia pazzesca che emana vibrazioni positive".
Proprio Kean è al centro delle riflessioni della dirigenza. Da ieri, con la clausola decaduta, si è aperta una nuova fase. La Fiorentina lavora al rinnovo, e anche se i dettagli da definire non sono pochi, la volontà comune è quella di proseguire insieme. L’idea sarebbe di alzare l’ingaggio a quota 4 milioni netti, ma il nodo vero potrebbe essere la clausola, che il club vorrebbe rimuovere o rivedere in modo significativo. A oggi, per strapparlo alla Fiorentina servirebbe una proposta davvero irrinunciabile.
Le premesse, però, parlano chiaro: Kean è legato all’ambiente, e l’ambiente lo è a lui. Le sue dichiarazioni di qualche giorno fa e l’accoglienza del Viola Park ne sono la prova. Ieri, al primo allenamento a porte aperte, è stato tra i più applauditi, dopo il bagno di folla della presentazione ufficiale. La stagione non è ancora cominciata, ma Firenze ha già iniziato a sognare.