La Curva Nord minaccia cause civili dopo il "caso abbonamenti"
Scoppia la polemica: la società nerazzurra respinge le richieste di rinnovo di molti storici ultras, molti incensurati

Lo scontro tra l’Inter e una parte del tifo organizzato prende una piega sempre più tesa. Con l’apertura della campagna abbonamenti per la stagione 2025/26, centinaia di tifosi della Curva Nord si sono visti respingere la richiesta di rinnovo del proprio posto allo Stadio Meazza, precisamente nel settore del secondo anello verde, cuore pulsante del tifo nerazzurro.
Una decisione che, secondo quanto trapela, sarebbe direttamente collegata all’inchiesta “Doppia Curva” condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, che ha fatto luce su presunti affari criminali all’interno delle curve di Inter e Milan. L’indagine ha svelato un sistema opaco di gestione del tifo, tra estorsioni, bagarinaggio e violenza, portando le società ad adottare una linea dura contro i soggetti coinvolti o anche solo ritenuti vicini a certi ambienti.
Ma ora molti di questi tifosi esclusi, sia nerazzurri che rossoneri, stanno valutando di agire legalmente contro la propria squadra del cuore. Prima di procedere con azioni civili, però, è previsto un passaggio formale: i supporter “non graditi” intendono chiedere spiegazioni alla dirigenza dell’Inter, recandosi in viale della Liberazione per ottenere chiarimenti sui criteri che hanno portato alla creazione delle liste nere.
Il fronte della Curva Nord contesta apertamente la decisione del club, accusando la società di aver colpito indiscriminatamente anche tifosi incensurati, privi di precedenti penali o di provvedimenti come il Daspo. Per alcuni di loro si parla di oltre 30 o 40 anni di militanza allo stadio, con un lungo storico di abbonamenti e nessun comportamento violento alle spalle.
A confermare l’intenzione di ricorrere in tribunale è Mirko Perlino, avvocato da sempre vicino agli ambienti della curva interista:
“Nel giro di qualche giorno, dopo la richiesta di delucidazioni, partiranno le azioni civili per discriminazione e violazione del diritto di prelazione, e chiederemo i danni. Anche perché nella black list sono finiti anche incensurati, lontani anni luce da qualsiasi ‘azione di disturbo’, che hanno sempre avuto l’abbonamento.”
La situazione rischia ora di trasformarsi in un vero e proprio braccio di ferro legale tra una parte storica della tifoseria nerazzurra e il club. Un conflitto che solleva interrogativi delicati: come bilanciare la legittima esigenza di sicurezza e trasparenza con il diritto dei tifosi “puliti” a non essere accomunati, per semplice associazione, a chi ha compiuto reati? L’estate dell’Inter, in attesa del nuovo campionato, si tinge già di tensioni extra-campo.