Nuovo ruolo

La missione di Spalletti: rivitalizzare Koopmeiners

Teun Koopmeiners "braccetto" di sinistra: è questa l'ultima idea dell'allenatore di Certaldo per il giocatore olandese.

La missione di Spalletti: rivitalizzare Koopmeiners

Luciano Spalletti ha impiegato pochissimo per lasciare la sua impronta sulla nuova Juventus. Dopo l’esordio vincente a Cremona, il tecnico toscano ha sorpreso tutti con una scelta tattica che ha il sapore della scommessa. Una mossa coraggiosa, quasi visionaria, che riguarda uno dei giocatori più discussi dell’ultimo anno: Teun Koopmeiners. L’olandese, arrivato per 51 milioni di euro e mai davvero protagonista sotto la guida di Motta prima e di Tudor poi, è stato ripensato da Spalletti come difensore. Non un adattamento temporaneo, ma un esperimento ponderato, studiato nei dettagli e destinato a diventare uno dei temi centrali della nuova era bianconera.

Contro la Cremonese, il tecnico di Certaldo ha infatti schierato Koopmeiners come centrale di sinistra in una difesa a tre. Un ribaltamento completo per un giocatore che negli ultimi due anni ha attraversato il campo in ogni direzione, provando praticamente ogni ruolo possibile. Trequartista, mezzala, falso nove con Motta, esterno offensivo o mediano con Tudor: ora, con Spalletti, è tornato alle origini, arretrando ancora di qualche metro. “Può giocare dietro, l’ha già fatto”, ha spiegato l’allenatore con la solita chiarezza, sintetizzando così quella che è la prima vera rivoluzione della sua gestione.

In effetti, Koopmeiners da difensore non è un’idea completamente nuova. Ai tempi dell’AZ Alkmaar aveva già ricoperto quella posizione in 38 partite, e anche in nazionale olandese si era talvolta visto più arretrato. Ma in Serie A nessuno aveva mai pensato di affidargli un ruolo simile. Da Gasperini a Tudor, tutti lo avevano sempre immaginato come centrocampista offensivo o incursore. Spalletti invece ha intravisto nella sua pulizia tecnica e nella capacità di leggere il gioco i tratti ideali per guidare l’impostazione da dietro.

Il debutto nel nuovo ruolo è stato convincente: Koop ha offerto una prestazione solida, attenta e sorprendentemente naturale per un esordiente nel reparto arretrato. Un segnale che ha riacceso speranze e curiosità, anche perché lo stesso Spalletti ha spiegato che la scelta non era solo tattica ma anche simbolica: “È stato un messaggio alla squadra: si va a giocare e non a difendere”. Una filosofia che racconta molto del suo approccio, sempre propositivo, anche quando le posizioni in campo suggeriscono prudenza.

La scommessa su Koopmeiners, però, non è soltanto tecnica. È anche economica. La Juventus lo aveva pagato 51,3 milioni di euro, un investimento importante che finora non aveva dato i frutti sperati. La prima stagione opaca e un inizio di annata altalenante avevano alimentato voci di mercato e riflessioni in vista di gennaio. Tra sessanta giorni riaprirà la sessione invernale, ma l’intenzione del club è chiara: rilanciare il giocatore e rivalutare al massimo un patrimonio che, a bilancio, vale ancora circa 36 milioni.

Per il momento, una sola partita è bastata a riaccendere l’entusiasmo. Koopmeiners, finalmente sereno, ha ritrovato fiducia e centralità. E Spalletti, che già ai tempi del Napoli lo avrebbe voluto con sé, sembra pronto a cucirgli addosso un ruolo su misura. Se l’esperimento dovesse funzionare, il tecnico avrebbe centrato una delle sue tipiche intuizioni, capaci di ribaltare le gerarchie e valorizzare i talenti in modo inaspettato.

Il futuro, ora, passa dallo Stadium, dove la Juventus affronterà lo Sporting in Champions League. Sarà la prova del nove per il nuovo Koop, difensore per scelta e non per necessità. In caso di conferma, vincerebbero tutti: Spalletti, che vedrebbe premiata la sua visione; Koopmeiners, che potrebbe reinventarsi e rilanciarsi; e la Juventus, che ritroverebbe il valore pieno del suo investimento più rischioso.