Il Livorno torna in Serie C, Indiani: "Ringrazio i tifosi"
Gli amaranto tornano nei professionisti dopo quattro anni

Il Livorno torna in Serie C. Sembrano passati secoli da quel 3 maggio 2021, che sancì la retrocessione degli amaranto in Serie D, a quasi 30 anni di distanza dall'ultima volta. Oggi, invece, la città è in festa: grazie al pareggio ottenuto domenica nel match contro il Terranuova Traiana, per 1-1, i ragazzi di mister Indiani sono tornati nel professionismo. Una cavalcata, quella del Livorno, davvero devastante: la promozione in terza serie infatti arriva con quattro giornate di anticipo, dopo aver conquistato 20 vittorie, 7 pareggi e soltanto 3 sconfitte in 30 partite; il divario con la Fulgens Foligno, di 14 punti, è diventato dunque insormontabile per gli umbri, costretti alla resa.
Autore di questo capolavoro è certamente mister Paolo Indiani, ex allenatore del Pontedera, e trascinatore, quest'anno, del Livorno in Serie C. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Indiani ha parlato della stagione ed anche del suo futuro alla guida dei labronici.
Livorno, le parole Indiani

Sulla piazza di Livorno.
“Livorno è la città più grande dove ho vinto. Domenica siamo tornati e allo stadio c'era un sacco di gente. È stato bello vincere anche ad Arezzo, ma Livorno è Livorno. È una piazza affascinante. Centinaia di persone sempre con noi in trasferta, migliaia in casa. Avevano bisogno di risalire, mi hanno ringraziato ma sono io che ringrazio quei tifosi per aver potuto vincere qui”.
Sulla propria filosofia.
“Il calcio è cambiato, chi dice che è sempre uguale è un cretino. Pensiamo al portiere, oggi è uno dei costruttori di gioco. E poi i giovani: sono io che mi adatto a loro, non aspetto che lo facciano loro. Ho cambiato tanti sistemi, ma non amo i numeri: dipende da giocatori e abitudini. E poi sono cambiati gli allenamenti: se riproponessi oggi il volume di 20 anni fa, non dico 40, mi ammazzano. Oggi il lavoro è molto più intenso, più sulla forza, non sulla resistenza: bisogna seguire l'evoluzione. E più si scende di categoria, più l'allenatore conta, soprattutto per i giovani”.
Sul futuro.
«Prima ovviamente parlerò con il Livorno e il presidente. C'è un accordo automatico per restare qui, ma è sempre meglio parlare. Male che vada, mi chiamerà qualcun altro che vuole vincere”.
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