Il calcio moderno sembra avere sempre più bisogno di arbitri “supertecnologici”. Tra simulazioni, accentuazioni e tempi di gioco ridotti, la Serie A si confronta con un problema che va oltre le regole: il fair play è sotto esame, e a intervenire in prima persona è Gianluca Rocchi. Martedì, durante un incontro con la stampa nella sede della centrale Var, l’ex arbitro internazionale ha lanciato un appello chiaro: contrastare i comportamenti scorretti anche attraverso l’informazione e la sensibilizzazione. “Aiutateci a combattere simulatori e accentuatori”, ha dichiarato, sottolineando come la pressione mediatica possa fungere da deterrente efficace per i cosiddetti furbetti.
La battaglia non è nuova. L’IFAB, organo legislativo del calcio, e Pierluigi Collina, capo degli arbitri FIFA, hanno già introdotto misure sperimentali, come la regola dei due minuti di stop a bordo campo per chi riceve cure dallo staff medico. Al momento la norma è in fase di test in Coppa d’Arabia, ma le idee per il futuro sono ancora più ambiziose: si valuta di estendere il controllo Var ai calci d’angolo e ai casi di espulsione da secondo giallo, per garantire decisioni più corrette anche in situazioni delicate.
I numeri confermano l’utilità della tecnologia: nelle prime 14 giornate di Serie A, il Var ha corretto l’85,4% degli errori degli arbitri in campo. Curiosamente, l’intervento della tecnologia è più frequente in Champions League che nel nostro campionato. Tuttavia, restano alcune criticità: il tempo effettivo di gioco in Serie A è tra i più bassi tra i top campionati europei e la media di falli a partita è elevata, 25,44 contro i 21,25 della Premier e i 21,27 della Bundesliga.
Secondo l’AIA, gran parte del problema non riguarda gli arbitri, ma il livello complessivo del campionato: una minore qualità tecnica e tattica dei giocatori porta spesso a un aumento dei falli. Tra simulazioni, contestazioni e interruzioni, il Var resta uno strumento fondamentale, ma la vera sfida è culturale: cambiare mentalità e comportamenti sul campo, oltre a supportare la tecnologia, è l’unico modo per rendere il calcio più equo e spettacolare.