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Guardiola al Man City: "Sfoltitemi la rosa o me ne vado"

Guardiola al Man City: "Sfoltitemi la rosa o me ne vado". L'allenatore spagnolo vuole lavorare con 18-20 giocatori al massimo

Guardiola al Man City: "Sfoltitemi la rosa o me ne vado"
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Pep Guardiola non fa giri di parole. Dopo l’ultima stagione ricca di successi ma anche di difficoltà legate agli infortuni, l'allenatore del Manchester City torna a ribadire uno dei principi fondanti del suo calcio: una rosa ridotta. Il messaggio arriva chiaro e diretto, pronunciato con il consueto sorriso ironico ma con la fermezza di chi non lascia spazio a interpretazioni. "Me ne vado. Se non mi riducono la rosa me ne vado". Una frase che suona come provocazione, ma che racchiude una richiesta precisa alla dirigenza: meno giocatori in rosa per preservare l’identità e l’equilibrio emotivo del gruppo.

Guardiola non transige: anche nella prossima stagione, vuole lavorare con un numero ristretto di giocatori, tra i 18 e i 20, affidandosi alla cantera per eventuali necessità. Una filosofia che lo accompagna da sempre, dai primi successi con il Barcellona fino all’era trionfale al City. Una scelta che oggi, con il calendario sempre più fitto e gli infortuni all’ordine del giorno, sembra andare controcorrente, ma che per il tecnico catalano resta imprescindibile.

"Non voglio dover mandare 5 o 6 giocatori in tribuna, non voglio proprio – ha spiegato –. È impossibile per la mia anima mandare giocatori in tribuna, non può funzionare". Eppure è quanto è accaduto in questa stagione, complice un mercato di gennaio che ha portato in rosa quattro nuovi innesti. Una soluzione necessaria in quel momento, quando il City faticava addirittura a schierare una formazione titolare a causa delle assenze. Ma ora che l’organico è tornato al completo, i nodi sono venuti al pettine.

"Sta succedendo perché a gennaio abbiamo aggiunto 4 giocatori – ha raccontato –. Ci sono stati 3, forse 4 mesi in cui facevamo fatica ad arrivare a 11 giocatori, in cui non avevamo difensori ed è stato davvero difficile. Adesso abbiamo recuperato quasi tutti e siamo al completo, ma la prossima stagione non può essere così".

Guardiola ha raccontato anche un episodio che sintetizza bene il disagio: "Prima del Bournemouth ho passato 45 minuti a spiegare a 6 giocatori perché non erano convocati. Sei giocatori. Così non funziona". La gestione emotiva di una rosa troppo ampia è, per lui, una fatica insostenibile. "Non possiamo avere giocatori che stanno a casa. Non funziona, mi fa venire il mal di testa", ha aggiunto senza mezzi termini.

Con l’estate alle porte, il Manchester City si prepara a una nuova fase di restyling, cominciata già nella sessione invernale con gli arrivi di Marmoush, Gonzalez, Khusanov e Reis. De Bruyne ha già salutato, mentre tra i possibili partenti figurano nomi pesanti come Bernardo Silva e Jack Grealish. Anche Kyle Walker, rientrato dal prestito al Milan, potrebbe essere ai saluti. Il nuovo direttore sportivo Hugo Viana è al lavoro per modellare un organico in linea con le esigenze dell’allenatore.

Non tutti i sogni di mercato saranno esauditi: Florian Wirtz, ad esempio, resterà fuori dai radar del City, con il Bayer Leverkusen che chiede 150 milioni di euro. Una cifra fuori dai parametri del club, che sotto la guida di Guardiola non partecipa ad aste. Perché anche questo, insieme al principio della rosa corta, fa parte del codice Pep. E chi non ci sta, sa già dove si trova la porta.

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