Pisa, Gilardino si presenta: "Prima di firmare ho chiamato Inzaghi..."
Gilardino è pronto ad affrontare con entusiasmo l'avventura da allenatore al Pisa prendendo il posto dell'ex compagno di Milan e nazionale.

Entusiasmo, lavoro, identità: tre parole chiave per raccontare l’inizio dell’avventura di Alberto Gilardino sulla panchina del Pisa. Dopo l’esperienza al Genoa, chiusa tra un’inaspettata promozione e un esonero che non ha cancellato quanto di buono fatto, l’ex centravanti campione del mondo nel 2006 riparte dalla Toscana con idee chiare e grande voglia di rimettersi in gioco. La conferenza di presentazione è stata l’occasione per scoprire il Gilardino allenatore, ma anche l’uomo: consapevole, affamato e determinato.
“Vorrei partire dai ringraziamenti: verso il direttore, il presidente, la proprietà. Sono arrivato a Pisa con grandissimo entusiasmo trovando enorme disponibilità. Si comunica bene, abbiamo le stesse idee e gli stessi obiettivi. Sono un allenatore giovane con una grande cultura del lavoro, dell’impegno, del sacrificio. Ed è quello che cercherò di trasmettere alla squadra”, ha dichiarato Gilardino nel suo primo intervento ufficiale da tecnico nerazzurro.
Nonostante un finale amaro al Genoa, il tecnico ha lasciato un segno importante nella recente storia del club rossoblù: prima con la promozione in A, poi con una salvezza brillante costruita su 49 punti. “Cosa mi ha convinto? Nessuno ha dovuto convincermi – prosegue Gilardino –. Mi è piaciuta molto la schiettezza nel rapporto con il direttore e l’entusiasmo dei tifosi, che dovrà fare da linfa vitale. Ma adesso è il momento di lavorare e correre più forte degli altri. Un treno che tira dritto: questo dovremo essere perché il Pisa deve rimanere in Serie A”.
La Serie A, sì. Perché il progetto è ambizioso e il club nerazzurro vuole stabilizzarsi nella massima serie, non limitarsi a una comparsa. Gilardino lo sa e lo ripete. In questo percorso, c’è anche una linea ideale con il passato: dopo Gattuso e Inzaghi, “Gila” diventa il terzo campione del mondo 2006 a sedersi sulla panchina pisana. “Prima di venire qui ho sentito Pippo, è naturale. Due settimane fa ci siamo parlati, gli ho chiesto informazioni e adesso sono qui. Rino no, non ancora. Dalla scorsa stagione bisogna portarsi dietro tutto quello che di positivo è stato fatto, ma allo stesso tempo archiviare”.
I mesi passati senza squadra non sono stati sprecati, anzi. Gilardino ha approfittato dello stop per arricchire la propria visione: “L’esonero è stato di insegnamento: oltre a godermi la mia famiglia ho pensato, riflettuto, imparato. A 43 anni devi avere voglia di imparare: sono stato a Marsiglia da De Zerbi e a Londra da Maresca, due grandi. Roberto ha fatto grandi cose, Enzo è in finale Mondiale”.
Infine, il progetto tecnico. L’ex attaccante ha già tracciato la rotta, tra idee tattiche e valorizzazione del gruppo. “Siamo alle Officine Garibaldi, giochiamo all’Arena Garibaldi e io… voglio un Pisa garibaldino. A livello tattico ho già delle idee, ma credo nelle caratteristiche dei giocatori. E saranno importanti tutti: da quelli con cui ho lavorato in questi primi 4 giorni a quelli che arriveranno o sono rientrati dai rispettivi prestiti. Ci saranno momenti di difficoltà ma anche momenti buoni che andranno cavalcati, mentre quando arriverà il libeccio bisognerà chiudere le finestre”.
Al momento, però, l’atmosfera a Pisa è tutt’altro che burrascosa: l’aria è buona e Gilardino è pronto a sfruttarla al massimo per dare vita a un progetto ambizioso. Con lo stile che lo contraddistingue: piedi per terra, testa alta e cuore garibaldino.