L’Italia che verrà porta la firma e lo spirito di Rino Gattuso. L’ex centrocampista campione del mondo, dopo anni passati ad accumulare esperienze tra Serie A ed Europa, è pronto a sedersi sulla panchina più ambita e più pesante. Il conto alla rovescia è finito: la firma con la FIGC è arrivata ufficialmente. La presentazione si terrà giovedì alle 11.00 a Roma. Poi sarà subito tempo di pensare al campo.
La sfida è enorme, affascinante. Gattuso la sta affrontando da giorni con la consueta dedizione. Il Mondiale 2026 è l’obiettivo dichiarato, ma già riuscire a condurre l’Italia oltre Oceano rappresenterebbe un grande successo, vista la situazione di partenza. L’esordio ufficiale è fissato per il 5 settembre a Bergamo contro l’Estonia, ma l’ex tecnico dell’Hajduk Spalato e il suo staff si stanno portando avanti. Le idee sono chiare: costruire un gruppo identitario, competitivo, che sappia crescere rapidamente. Con una parola d’ordine: lavoro.
Gattuso porterà in azzurro un’impronta personale ma attenta al contesto. La difesa a tre sarà il punto di partenza, seguendo il trend consolidato delle big di Serie A e la linea tracciata da Spalletti dopo l’Europeo. Il 3-4-2-1 è una delle opzioni privilegiate, con possibile alternanza al 3-4-3. Pressing alto, aggressività, costruzione dal basso con superiorità numerica (3+2), circolazione rapida e sviluppo sugli esterni. I riferimenti offensivi in questo assetto potranno essere Politano, Orsolini e Zaccagni sugli esterni, ma anche interpreti tra le linee.
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— Nazionale Italiana ⭐️⭐️⭐️⭐️ (@Azzurri) June 14, 2025
L’esperienza tattica di Gattuso, maturata in Italia e all’estero (Sion, Ofi Creta, Valencia, Marsiglia, Spalato), sarà un valore aggiunto. Non è solo “Ringhio”: chi lo riduce alla grinta sbaglia di grosso. Il modulo con cui ha chiuso l’ultima stagione all’Hajduk è proprio il 3-4-2-1, dopo aver alternato anche 4-3-3 e 4-2-3-1. Con l’Italia il percorso sarà probabilmente inverso: partire da dietro a tre per poi, eventualmente, virare sulla difesa a quattro. L’adattamento alle caratteristiche dei giocatori sarà fondamentale.
In difesa, gli interpreti non mancano: Bastoni, Calafiori, Buongiorno, Gabbia, Rugani, Mancini (che potrebbe tornare in gruppo), e il giovane Leoni. Scalvini resta una pedina chiave, appena rientrato. Di Lorenzo, già conosciuto ai tempi di Napoli, può ricoprire più ruoli: esterno a tutta fascia o braccetto. E proprio dal Napoli arrivano altri “fedelissimi” di Gattuso come Meret e Politano. Al Milan ha avuto modo di allenare Donnarumma, Locatelli, Gabbia e Bellanova. Senza dimenticare il legame speciale con Tonali, che lo contattò appena arrivato in rossonero per avere il via libera alla maglia numero 8.
Il gruppo dei leader è già definito: Donnarumma sarà il capitano, Barella una certezza, Tonali un punto fermo appena tornerà a disposizione. Davanti, si punterà forte su Scamacca (quando sarà al top), Kean, Lucca e Retegui, in un attacco che dovrà garantire qualità ma anche profondità. Dietro le punte, giovani pronti a mettersi in mostra.
Ecco allora che il futuro passa anche dai ragazzi che hanno mandato segnali importanti nell’ultima stagione. Leoni, appunto, ma anche Casadei e Pio Esposito, protagonista al Mondiale per club con l’Inter. Gattuso guarda con attenzione alle selezioni giovanili, dall’Under 21 in giù, perché costruire il domani è parte integrante della sua missione.
L’Italia volta pagina, dunque. Gattuso è pronto a scrivere un nuovo capitolo: con coraggio, idee chiare e lo sguardo rivolto lontano. Verso il Mondiale del 2026.