Le parole

De Bruyne: "Napoli il posto perfetto per me"

Il fuoriclasse belga ha parlato per la prima volta da giocatore del Napoli

De Bruyne: "Napoli il posto perfetto per me"
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In casa Napoli è stato il giorno dell'attesissima presentazione di Kevin De Bruyne, il colpo di mercato della campagna acquisti di De Laurentiis. Dal ritiro di Dimaro, il fuoriclasse belga ha raccontato le sue emozioni da neo giocatore del Napoli.

I tre motivi per cui hai scelto il Napoli

"Credo che dal punto di vista della competitività è il posto migliore per me, il Napoli è campione d'Italia e ha mostrato tutte le sue qualità in campo l'anno scorso. Chiaramente cambia parecchio rispetto all’Inghilterra, ma anche questo mi rende molto entusiasta. Pensavo di avere ancora della motivazione e la qualità per essere competitivo a questo livello, per cui Napoli era la scelta migliore per me. Chiaro che cambia il clima rispetto all'Inghilterra (ride, ndr), ma credo che il motivo principale per cui sono venuto qua è per dimostrare che posso ancora giocare ad alto livello e quando il ds è venuto in Inghilterra a presentarmi il progetto e i programmi del Napoli sono rimasto molto entusiasta".

Quali sono le tue aspettative per questa esperienza in Serie A?

"Chiaramente ci sono tante squadre di qualità in questo campionato, ma il nostro obiettivo è quello di essere competitivi e di fare bene su tutti i fronti. Speriamo di arrivare il più in alto possibile in campionato e di fare un bel percorso sia in Champions che in Coppa Italia. Adesso è il momento di adattarmi, devo vedere un po' come funziona la squadra perché il Napoli è molto diverso dal Manchester City, ma credo che la Serie A sia un campionato molto competitivo con tante belle squadre è una nuova esperienza per me. Per ora sono molto tranquillo perché sono arrivato da una settimana e adesso ho il tempo per adattarmi".

Cosa rappresenta per te questo passaggio in Serie A in questo momento della tua carriera. Cosa ti ha spinto?

"Ho passato una vita in Premier League, poi ho preso la decisione di partire. Sarò per sempre un giocatore del Manchester City, però quell'esperienza è terminata e cercavo una nuova sfida. Questo progetto mi dà la possibilità di giocare ancora ad alto livello in Italia, la società vuole investire, il Napoli è già campione d'Italia eppure sta investendo tanto, sta gettando le basi per il futuro. Magari non sono più così giovane, ma credo di poter dare il mio contributo, sperando che la squadra possa crescere. Imparerò un nuovo stile di gioco, conoscerò un nuovo campionato. Non ho avuto la possibilità di vedere troppo la Serie A in passato, ora ho più tempo e sono entusiasta di scoprirla".

 

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Hai coinvolto Romelu Lukaku in questa tua scelta? Cosa ti ha detto dopo la tua decisione?

"Ho chiamato sia Romelu Lukaku che Dries Mertens per avere le loro opinioni al riguardo per quanto riguarda la squadra, la città e su come funziona tutto l'ambiente. Mi hanno dato informazioni, ma alla fine è stata una mia decisione, una decisione presa con mia moglie e i miei bambini, è stata una decisione di famiglia. Romelu è stato molto contento quando ha saputo che sarei arrivato qua, ne parlavamo in Nazionale. Lo conosco da quando abbiamo 13 anni, quindi è un'amicizia molto stretta, abbiamo anche convissuto al Chelsea per due-tre mesi quando giocavamo a Londra. Romelu può tradurre, conosce l'allenatore e la squadra, ma la decisione è stata mia al 100% e quando prendo una decisione non voglio mai avere rimpianti. Chiaramente mi sono informato per poter prendere la decisione migliore".

Sai che a Napoli c'è un numero magico, il 10 di Maradona che è stato ritirato. Al primo allenamento hai indossato i calzoncini con il 10. Che emozione è stata?

"Sono rimasto un po' sorpreso all'inizio, perché sapevo che questo numero era stato ritirato ed era di Maradona. Comunque rimane un onore, sicuramente è stato un bel gesto da parte della squadra e della società, ma non credo che mi dia maggiori responsabilità, anche perché a questo livello, quando si gioca in una grande società come il Napoli, la pressione c'è già, perché queste società vogliono vincere. Maradona è una leggenda, qualcuno che ha fatto la storia al Napoli, sono grato e orgoglioso ma io sono Kevin De Bruyne e voglio essere me stesso. Voglio far bene per la squadra e per dare qualche gioia ai tifosi".

Più sorpreso dalla chiamata del Napoli o più intrigato per questa nuova opportunità?

"È stata la prima volta in carriera che mi sono ritrovato in questa situazione da parametro zero. Il Napoli ha presentato il suo progetto come altre società e questo progetto è molto diverso rispetto a quanto ero abituato prima, per quanto riguarda lo stile di vita e la competitività. Il Napoli è il progetto migliore sotto tutti i punti di vista, è chiaro che il motivo principale è rimanere competitivi. Qui è tutto diverso, c'è il sole, ma io sono un calciatore e voglio essere competitivo e performante, voglio dimostrare di poter essere così, voglio dimostrare le mie qualità, devo ancora dimostrare quello di cui sono capace".

Che impressione ti ha fatto Conte? Differenze di metodi con Guardiola?

"Non ho parlato ancora molto con l'allenatore, abbiamo fatto un paio di sedute in campo in cui ci siamo parlati, ma in campo. Lo conosco perché ha allenato Chelsea e Tottenham in Premier, anche se allora giocava a cinque ed è diverso rispetto al nostro modulo attuale. So che è molto tattico. Il fatto che un allenatore di questo calibro, uno tra i migliori degli ultimi dieci anni, è un gran bel segno. Credo di poter imparare tanto con lui, ma finora abbiamo fatto solo due sedute. Ora mi sto guardando intorno, vedo cosa fa la squadra. Credo che a inizio campionato sarò pronto, sfrutto questo tempo per vedere come funziona la squadra, come lavorano allenatore e staff, in 5-6 settimane sarò pronto".

Quanto è stata importante la permanenza di Conte per la tua scelta?

"Aiuta sicuramente la presenza di un allenatore così. È bello poter lavorare con lui. Ho lavorato con Guardiola 9 anni, ma poi ho lavorato anche con altri ottimi allenatori prima. Ogni allenatore ha il proprio stile. Tutti gli allenatori più bravi siano fenomenali dal punto di vista tattico, sono un po' pazzi, un po' come noi giocatori. Non credo che la squadra venga costruita attorno a me. Io posso dare il mio contributo con la mia esperienza, ma sostanzialmente sono qui per aiutare la squadra a crescere. Darò il 100%, ci saranno tante partite e servirà il contributo di tutti".

Quanto ha inciso il fatto che il Napoli giochi la Champions League?

"È importante perché la Champions è tra le competizioni più belle al mondo. Si sapeva che il Napoli si sarebbe qualificato perché stava lottando per il campionato. Ho disputato la Champions League per dieci anni, non vedo l'ora di giocarci col Napoli. Speriamo di fare un bel percorso".

Preferisci giocare da mezzala o magari più vicino alla punta?

"Non credo che il ruolo sia così importante perché le posizioni in campo si studiano prima della partita stessa, tutto dipende dall'interpretazione dello spazio, anche la postura tattica sia nostra che degli avversari. 4-3-3, 3-4-3 sono moduli, ma dipende dalla fase di possesso o non possesso. Il calcio è molto dinamico, cambia. Non saprei quale sarebbe la posizione migliore".

La prima parola napoletana che hai imparato?

"Non ho imparato ancora una parola particolare di italiano e napoletano, ma riesco a capire qualcosa e a dire qualche parola e ho intenzione di prendere lezioni di italiano insieme a mia moglie, perché credo sia importante imparare la lingua del posto. Quando sarò pronto farò anche interviste in italiano, ma datemi tempo".

Pensi di vivere la città come ha fatto il tuo connazionale Mertens?

"Difficile da dire, anche perché come persona sono diverso da Dries, io sono più introverso. Passo tanto tempo in famiglia, ma sicuramente capiterà di uscire la sera e andare a cena. Starà a me adattarmi a questa situazione. Nove anni fa ero con Dries, ancor prima di sposarmi, feci un giro per la città e vidi la differenza di come la gente tratta i calciatori, la differenza rispetto a come vengono trattati i calciatori del Manchester City. L'amore, l'entusiasmo, la passione che questo popolo ha verso la squadra è incredibile. A volte è un po' tanto, ma si tratta di affetto, alla base c'è l'amore e finché c'è amore va bene".