La corsa del Napoli in Europa continua a procedere a strappi, lontanissima dalla sicurezza mostrata in campionato. Se in Serie A la squadra di Conte vola con l’autorità di un rullo compressore, in Champions League si ritrova a giocare timidamente, incapace di replicare il proprio volto migliore. La sconfitta di Lisbona pesa come un macigno e complica una classifica che oggi mette gli azzurri con le spalle al muro: 7 punti, 24° posto nella League Phase e ultimo gradino utile per entrare nei playoff. Per centrare la qualificazione ne serviranno almeno altri quattro tra la trasferta di Copenaghen e l’ultima sfida al Maradona contro il Chelsea, due appuntamenti che arrivano tra quaranta giorni, quando l’emergenza infortuni potrebbe finalmente attenuarsi e restituire a Conte qualche pedina fondamentale.
Il divario di rendimento tra competizioni è evidente e il passo falso del Da Luz lo ha confermato in maniera quasi brutale. A incidere non è stato soltanto il valore del Benfica, squadra rapida e tecnica, ma soprattutto la stanchezza accumulata da un Napoli costretto da settimane a convivere con rotazioni ridottissime. Conte ha dovuto riproporre l’undici che aveva appena battuto la Juventus, ma stavolta la risposta è stata completamente diversa. Il ritmo europeo, più alto e più intenso, ha messo subito in difficoltà gli azzurri, rimasti a guardare i portoghesi nei primi trenta minuti, incapaci di spezzarne le accelerazioni e di costruire trame di gioco accettabili.
Le difficoltà individuali hanno amplificato la serata nera. Neres non ha acceso la gara come ci si aspettava e McTominay ha offerto una delle prestazioni meno brillanti da quando veste l’azzurro. Ma, al di là dei singoli, è stata l’intera squadra a sembrare fuori fase, poco reattiva, poco lucida, continuamente in ritardo sulle seconde palle e sulle letture difensive. Il Benfica, spinto dall’urgenza della propria classifica e da un ambiente incandescente, ha aggredito la partita con ferocia, mentre il Napoli ha faticato a trovare ossigeno, idee e ordini.
La fotografia della serata è quella di un gruppo spremuto, che paga più del dovuto l’assenza di alternative e l’impossibilità di rifiatare. Conte lo sa bene e nelle prossime settimane dovrà sperare nei recuperi per ricostruire una squadra che possa reggere il doppio fronte senza sbandare. Per ora resta una Champions complicata, con un destino che si deciderà a gennaio, in due partite che somigliano in tutto e per tutto a un’ultima spiaggia, proprio come quella che ieri ha permesso al Benfica di rianimare la propria corsa. Il Napoli, invece, dovrà dimostrare di saper tornare Superman anche oltre i confini della Serie A.