Tre punti in quattro partite di Champions League non sono un bottino da Juve, e con il vecchio formato europeo la situazione sarebbe già compromessa. Fortuna per i bianconeri — e per Luciano Spalletti — che il 2025 ha portato un regolamento più indulgente: il tempo per sistemare le cose c’è, ma non è infinito. Contro lo Sporting, in una partita da vincere “in ogni modo”, è mancato qualcosa. Ma dentro quella prestazione, non esaltante, si nasconde una prima vera risposta per l’ex tecnico del Napoli.
Vlahovic, la rinascita del nove
La reazione più chiara, la più rumorosa, è arrivata da Dusan Vlahovic. Gol, presenza, atteggiamento e voglia di trascinare: il serbo si è ripreso la Juve sulle spalle proprio nel momento in cui la squadra e l’ambiente ne avevano più bisogno. Quasi un segno del destino: da oggetto di critiche a simbolo di una rinascita che Spalletti vuole costruire attorno a lui.
Il gol è solo la punta dell’iceberg. Sei tiri, tutti nello specchio, e una serie di atteggiamenti che raccontano più di mille statistiche: rimprovera McKennie per una scelta egoista, discute con Hjulmand su ogni pallone, incita i compagni, chiama il pubblico. L’egoismo giusto, quello dei leader che sentono il peso della maglia e vogliono cambiarne la storia.
Spalletti e la “vecchia Juve”
Ma una risposta, più silenziosa e profonda, l’ha data anche Spalletti. In una partita già decisiva — e che non poteva permettersi di sbagliare — il tecnico ha scelto l’usato sicuro. In campo la Juve “di prima”: McKennie, Conceição, Gatti, Vlahovic, Koopmeiners. Tutti i nuovi, da David a Openda, da Zhegrova a João Mário, sono rimasti ai margini. Qualcuno in panchina, altri fuori dai giochi.
Forse una coincidenza. Forse, invece, un messaggio preciso: prima si ricostruisce l’identità, poi si integra il nuovo. Perché questa Juve, prima ancora di cambiare modulo o uomini, deve ritrovare sé stessa.
Spalletti l’ha capito e il tempo per aggiustare la rotta non è molto. Ma con un Vlahovic così, e con una vecchia guardia che sembra aver ritrovato la voce, la strada per rientrare nel treno Champions è ancora aperta.